Cara Pace, tu sei una parola di speranza, ma con un peso sulle spalle davvero sconvolgente.
Nel tuo nome, molti ragazzi e padri di famiglia, hanno pagato il prezzo della propria vita, cercando di salvare quella di persone più deboli.
Sono morti fra tanto chiasso, pianti, applauditi, elogiati con belle parole e fatti eroi.
Giusto il tempo di spegnere una telecamera o chiudere la tv per essere inghiottiti nel buio del mondo.
Scomparsi di scena, ma vivi nel dolore di chi li ha persi per sempre.
Lasciano in eredità tutte le loro speranze, i loro ideali, i sogni e soprattutto il peso della loro morte.
A chi li sostituirà, investendo le proprie vite in una missione, certi di potercela fare in onore del tuo nome “Pace”.
La mia opinione su di te è buona, tu sei un bene prezioso, ma non possiamo inventarti e neppure imprigionarti nella guerra.
La realtà è che la pace non si conquista, non si combatte, si può solo aprire il cuore, anche quello più duro e provare a riceverla.
Pabela