E’ domenica mattina.
Schiudo le persiane ed una leggera brezza mi accarezza il viso, mi sveglia.
Una giornata bellissima si apre ai miei occhi e mi riempie d’energia.
Sono incerta sul da farsi, ma convinta di vivermi pienamente questo nuovo giorno di festa. Decido in un battibaleno di godermi la città.
Roma caput mundi, di respirarne i profumi, di cibarmi della sua arte e di tutte le meraviglie che le appartengono.
E tra vicoli, stradine e piazze, la mente vaga e si libera.
Nella leggerezza che in questo momento mi pervade, gode l’occhio di ogni piccolo particolare: un attico che si affaccia sul lungotevere, le foglie gialle di un platano lungo la strada, la curva riflessa nel fiume di un vecchio e storico ponte, un campanile tra mille campanili.
Un passo leggero segue l’altro e già ho fatto tanta strada sotto un cielo stranamente pulito e nel silenzio che appartiene solo alla domenica, che dopo le baldorie e le euforie del sabato sera, ti regala ogni volta qualche ora di sonno in più.
Passa un autobus, lo prendo al volo e godo dell’opportunità di sedermi comodamente, senza il dover subire, struscii, spinte e respirare cattivi odori, mi sento una regina seduta sul suo trono.
Finalmente arrivo a destinazione: Galleria Borghese.
Con i polmoni pieni d’aria, le gambe stanche e disabituate alle passeggiate, la testa sgombra e rilassata entro nel museo affamata di bellezza e di arte, proprio come una bimba entra in pasticceria nell’attesa di riempirsi la bocca di panna montata.
Poca gente gira per le sale, c’è un silenzio che evoca rispetto e di fronte a tanta grandezza mi sento sempre più piccola e più emozionata.
Quasi con timidezza entro in una sala grande e nel centro ammiro, sotto la luce riflessa, un splendida donna di marmo bianca adagiata come piuma su di un triclinio e non staccandole gli occhi di dosso, mi affosso su di un divanetto rosso e rimango li senza muovere neanche un muscolo. “Paolina Borghese” e guardando quelle forme e quella perfezione si squarcia la mente in una miriade di nuovi pensieri, più umani e più veri. Flash davanti agli occhi di una vecchia signora, di un’immagine intera incorniciata dagli anni: la nonna.
La mente ed i ricordi zummano il volto di lei, che riempie la sala, e la concentrazione si fissa su ogni particolare di quel viso.
Sovrappongo il viso della statua a quello della vecchia e palpo con l’anima la differenza.
La bellezza non è perfezione.
La bellezza è umana.
La vecchiaia è bellezza.
La pelle non è pesca vellutata, né i capelli ricordano il giallo oro del grano o il nero lucente della notte. Le labbra non un bocciolo di rosa, né gli occhi gocce di rugiada.
Ed ogni linea che produce l’immagine non è disegnata dal più grande dei maestri.
Ma riaffiora un’emozione grande nel rivedere un viso cadente e affaticato, raccolti i capelli intorno e fermati in un unico ciuffo, ogni filo d’argento, una storia, ed ogni ruga intorno all’occhio, un dolore o una gioia e nell’iride una luce, né triste, né gaia, ma intensa di vita vissuta. Nel sorriso, la saggezza della vita che passa.
Esco dalla Galleria, con una paura in meno, la paura dell’età, ed ogni uomo o donna che incontro segnato dallo scorrere degli anni non mi spaventa, ma mi appare vestito di nuovo e provvisto di un dono che solo la vita ci può dare: il regalo di viverla fino in fondo, fino a quando puoi leggerla attraverso i segni che incidono il corpo.
Apro la porta di casa, la chiudo dietro di me, tolgo il cappotto, lo appendo e mentre poggio le chiavi sul mobile d’ingresso alzo lo sguardo, mi specchio e noto una nuova piccola ruga proprio vicino all’occhio. Il ricordo di oggi, di chi sono e sarò domani, le emozioni vissute e questa nuova saggezza, le leggo lì nello specchio, in quell’umana ruga.
il tempo che passa dà carattere ad ogni cosa, anche ad un volto che non ha più la levigatezza della gioventù, ma lascia trasparire la saggezza raggiunta vivendo e accettando la vita di tutti i giorni.
un abbraccio
anna
Le rughe non saranno belle, ma non fanno male, ci parlano del tempo che é passato, ci ricordano chi abbiamo amato e chi amiamo, lo scorrere della vita e ci fanno fare confronti. Si possono rallentare con le diavolerie moderne, ma ce le abbiamo dentro ed é per questo che siamo umani.
Molto bella. Sandra
Mi chiedo spesso: come sará affrontare le rughe? Mi dicono tutti che ne saró piena perché rido sempre. Che stupidaggine! Ma se le rughe dicono il vissuto di una persona, sapranno tutti che ho avuto una vita felice. Ciao.
Tilly
La saggezza è anche sapersi accettare nel corso degli anni, riuscire ad avere per se sempre un pizzico di gratificazione in quanto non siamo solo corpo=apparenza, ma anche sostanza. Brava…