Osservai l’aurora di ogni giorno,
levarsi da oriente.
Ammirai il carro di Apollo,
tracciare la linea di fuoco
nel cielo terso,
o tra immensi nembi.
Vidi il sole gettarsi nel mare.
Divino, accecante,
impossibile da catturare.
Maestoso e pieno di sé,
con la sicurezza di chi sa
che il giorno dopo tornerà.
Perché egli stesso è il giorno.
La bellezza di quei giorni,
acuiva la tristezza
di chi visse nell’attesa.
Uguali, gli uni con gli altri,
nel loro placido incedere.
Attesi con timida speranza,
quando finalmente
l’aurora emerse,
sorprendentemente,
da ovest.
Fu la più luminosa di tutte,
lasciandomi incantato e senza parole.
Aveva lo splendore del mattino d’estate,
in quel giorno così semplice,
e parimenti così speciale.
E fu bella da farmi male.
Non è che l’abbia tanto capita. Piena di figure retoriche, ma non capisco il messaggio. Che vuol dire “l’aurora che emerge da ovest”?
Tutti i giorni possono sembrare uguali soprattutto se il sole decide di nascere ogni giorno, ma poi, qualcosa accade e un altro giorno che poteva sembrare uguale, fa la differenza e trafigge di calore il cuore.
Un saluto.
Sandra
Quel giorno, l’Aurora sorse da ovest. Tutto qua.
Capisco più Sandra, che ha la poesia dentro, e la mette in ogni suo commento. Che vuol dire che “sorse da ovest”!!! Non me ne volere. Non ho capito!!!
La incontrai al mare (dalle mie parti, il mare si trova a ponente)