Tommi e Andy erano dei ragazzetti di quindici anni e se ne stavano seduti su un muricciolo di campagna davanti ad uno splendido panorama.
Tommi interruppe quello straordinario silenzio.
– Che bello tutto questo verde!
– Verde?
– Già, verde! Perché a te che colore sembra?
– Verde.
– E allora?
– Stavo pensando una cosa Tommi, tu sapresti descrivermi il verde?
– Si, penso di si. Il verde sono le foglie degli alberi, l’erba, il tuo maglione.
– No Tommi, il colore puro, lo sapresti descrivere?
– Non ti seguo, in che senso?
– Nel senso, tu sei sicuro che quello che vedi sia verde?
– Certo, non sono mica daltonico.
– Non lo metto in dubbio, ma cerca di seguirmi. Se fin da piccolo ti insegno che questo colore si chiama verde tu lo chiami verde, giusto?
– Si.
– Ma se io ti avessi detto che si chiama giallo tu come lo avresti chiamato?
– Giallo! Ma che c’entra? Questo può valere per tutte le parole, anche un libro se mi avessero insegnato che si chiama scarpa l’avrei chiamato scarpa.
– Si, hai ragione. Ma qui c’è qualcosa di diverso. Se io quello che noi chiamiamo verde, per un non so quale motivo, lo vedessi con i miei occhi di quel colore che noi chiamiamo giallo, io e te avremmo una visione diversa del mondo, ma penseremmo di averla uguale solo perché quei colori li chiamiamo nello stesso modo. Invece nel tuo esempio del libro è solo il termine ad essere diverso e non la visione.
– Non ti ho mica capito sai.
– Ok, ti faccio un esempio. Se tu guardi il mondo così, questo prato ti sembra verde, ma se provi a metterti questi occhiali da sole, di che colore ti sembra?
– Mi sembra giallo.
– Giusto! Ora, pensa che io sia nato con questa visione naturale, come se portassi sempre gli occhiali da sole, mi segui?
– Si.
– A questo punto io vedrei il verde del prato giallo, però lo chiamerei ugualmente verde perché mi hanno sempre insegnato ad associare la parola verde a quel colore. Capito?
– Si, ho capito Andy, ma a cosa serve pensare una cosa simile?
– Boh, forse non serve a niente. È buffo però credere che ognuno veda un mondo a colori sballati, pensa un tizio che scambia il verde dei prati con il lilla e il cielo con il giallo pastello, ti perderesti a pensare a quanti milioni di abbinamenti puoi fare!
– Forte!
– Già.
I due tornarono a guardare il panorama.
Tommi pensò che così il discorso di Andy poteva anche filare, ma se avessero preso in considerazione le gradazioni e le varie sfumature, probabilmente avrebbe perso un po’ di credibilità.
Vedendo che Andy era così contento della sua deduzione, decise di non dirgli niente, che continuasse pure a pensare che ognuno avesse un mondo a colori personalizzati.
In silenzio si avviarono verso casa.
Quando furono giunti davanti alla casa di Andy, Tommi lo salutò e aspettò che la figura dell’amico sparisse dietro la porta, rimase fermo per alcuni secondi e poi si allontanò dalla casa degli Warhol.
Claudio Bandelli
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