C’era una casa piccola non ricca
fatta di neve sole e calda brace
fuori fischiava il vento tra le mura
dentro sapeva di tiepida pace

C’era un muretto un viottolo una stia
d’edera e legno antico il suo cancello
c’era d’intorno un bosco di noccioli
gravi di neve dal bianco mantello

Occhi di bimbo alla finestra accesa
guardavano il tramonto in mezzo ai rami
rapiti a tratti da un pallido sole
raggi tra i riccioli come ricami

Il volo breve di un passero bruno
dentro una danza di foglie dorate
poi lumi tremuli di case lontane
come uno sciame di stelle argentate

C’era una madre con lo scialle scuro
con occhi grandi e neri nella sera
cullava il bimbo e gli cantava piano
dormi piccino verrà primavera

La primavera che riporta al mare
la neve e il gelo per segrete strade
e che di verde intenso e di profumi
dipinge i prati e inonda le contrade

La primavera che colora intorno
d’arcobaleno ogni fiore ogni foglia
e al pigolare dentro i nuovi nidi
tutto rinasce tutto si risveglia

C’era quel bimbo o forse mai c’è stato
fu solo un sogno forse o l’illusione
il sole che tornò e non lo rivide
sciolse la neve in pianto al suo balcone.

2 pensiero su “C’era”
  1. Bella e triste come qualcosa o qualcuno che si è perduto.
    La poesia è anche questo: triste malinconia aggrappata al ricordo.
    Sandra

  2. Il calore di certi ricordi dà il coraggio per muovere i prossimi passi.
    Bella.

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