Ogni essere ferito mostra i denti,
li stringe per sopportare il dolore,
o per tenere lontano chi glielo ha procurato.
Spera di non provare più quella sofferenza
mentre attende con pazienza che il tempo
gli restituisca la forza e la volontà
di riprendere la sua vita.
Ad ogni rumore sospetto si ferma,
ascoltando con attenzione,
e dopo un’attenta riflessione
decide la scelta migliore
per riprendere il suo cammino.
Ero in autostrada, una notte di tanti anni fa. Provai a soccorrere una volpina ferita e immobile.
Ringhiava.
Esattamente come nei tuoi versi.
Paura, di chi non può fuggire, ed è consapevole di essere una facile preda.
L’angoscia di un altro animale che si avvicina. Chi mangia o viene mangiato non ammette terza scelta.
P.s. arrivò un camionista che saggiamente chiamò le guardie forestali.
Cadifsultano, sicuramente è stato un bel gesto il voler soccorrere quella volpina,
fa piacere sapere della decisione del chiamare le guardie forestali.
Si, in effetti ciò che ho scritto dimostra ciò che si prova quando si soffre, quanto ci si sente indifesi in quel momento.
La ringrazio di aver apprezzato il mio testo.
p.s.: ovviamente il riferimento alla volpina mi è venuto in mente come metafora di vita. Grazie per questi versi