L’interrogativo rimane, trito e ritrito che sia…

ma noi due cosa siamo?

Noi che non ci vediamo per mesi e poi è sempre uguale,

che ci fissiamo negli occhi per vederci dentro

e ci si ritrova a ridere seduti in un palco di un parco.

Noi, amici che vorrebbero essere amanti,

ed invece siamo amanti che si comportano da amici,

che l’unica certezza che abbiamo è che sicuramente siamo.

Noi, vibrazioni immaginarie in questo nulla chiamato universo,

fantasie come la bella e la bestia,

creati per strappare sguardi increduli ai passanti.

Il vecchio e la bambina, tu ed io,

a ruoli invertiti tanto non cambia

perché continuiamo comunque a non capire.

E se l’interrogativo non fosse altro che

il semplice significato della parola vivere?

2 pensiero su “La solita domanda”
  1. L’interrogativo è sempre: vivere? Certamente sì! In quel cammino di vita a sali e scendi, afferrare ciò che si presenta a far star bene va sempre stretto come un palloncino, attaccarsi al filo e volare alto nel cielo, a ripiombare giù siamo sempre in tempo e che ci sia un materasso!
    Sandra

  2. Ti dico il mio pensiero così come mi viene. Da quel che scrivi, siete una cosa bella. Non statevi a chiedere cos’altro siete, e vivetevi questa bellezza così come vi viene. Non negatevi nulla.
    Cosa siete lo scoprirete con un sorriso. La vita è bella.

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