Mi affaccio dalla mia finestra sull’immenso, odo i sogni che, come sospiri sparpagliati tra le stelle, cullano la notte; la luna sorride sorniona e bisbiglia parole di conforto agli uomini.

C’è silenzio: il fumo esce dai camini e si espande nell’aria un odore buono di legna che arde;
osservo i tetti delle case dove i gatti si muovono liberi come tanti acrobati, agili e leggeri, camminano abilmente tra le tegole, hanno un nonsoché di evanescente, impalpabile.

Mi pare, ad un tratto, di vedere passare una strega sulla sua scopa, tra le ombre lontane, mentre lascia una scia di luce nel cielo di ottobre.

Qui, nella mia soffitta, anche l’oscurità ha un sapore diverso.

Sa d’incenso e di candele accese, di tappeti colorati e portafortuna che oscillano nel vento, insieme ai sonagli di conchiglie e campanelle che diffondono un dolce suono nell’etere, parrebbero molteplici echi di voci e risa – così soavi e delicate – forse quelle delle fate.

L’interno della stanza è accogliente e confortevole, odora della lana delle mantelline appese che ciondolano sul pavimento, come tuniche di maghe addormentate che si sono rese invisibili, dalle cui estremità spuntano alcune paia di scarpe comode per poter percorrere meglio le strade del mondo, affondando le sembianze terrene nel calore del tessuto e i piedi negli scarponcini che proteggono dai venti gelidi e – mi piace pensarlo – forse anche un poco dalle negatività.

Gli scaffali traboccano di erbe e tisane per allietare il corpo e lo spirito. E poi nascosti nei portagioie, tanti gingilli antichi, ereditati dalla mamma e dalle nonne, per non perdere identità e radici. Tutt’intorno libri per nutrire l’anima e la mente insieme a tanta tanta musica, a riempire l’aria con gocce di eternità, per volare leggera sui comignoli e le cime degli alberi, libera.

Forse è proprio così che bisognerebbe vivere, sulle punte dei piedi, in perpetuo equilibrio, toccando appena la terra ma spingendo verso l’alto, protendendo il corpo e lo sguardo verso il cielo, proprio lì dove le stelle sfiorano i tetti delle case, dove le luci delle soffitte si proiettano nell’universo con tutta la loro poesia, perché la magia risiede nella bellezza delle semplici cose, quelle più nascoste e umili, quelle che spesso passano inosservate, quelle che solo un cuore puro e nobile sa cogliere – in mezzo a mille sfarzi e apparenze – un cuore che ama si eleva e si espande oltre i vincoli terreni; perché l’amore va oltre, l’amore ha la forma di un sorriso, di una carezza, di un volto, di un ricordo, di un profumo impalpabile, di una voce, di uno sguardo acceso, di un abbraccio, di un gesto.

L’amore riempie ogni spazio, visibile e invisibile, ed è l’unica nostra impronta che rimarrà quando lasceremo le nostre vesti terrene, esso sarà l’unica cosa che resterà di noi nel mondo e, in tutto ciò dove noi lo semineremo, avrà un’eco ed una vibrazione eterna.

Sento l’odore di fuliggine uscire dai camini, penso agli occhi sgranati dei bimbi che aspettano il Natale e, per un attimo, torno con la memoria ad un episodio della mia infanzia, rivedo me e mio fratello, in una notte di un Natale di tanti anni fa – davanti alla porta della nostra casa – mentre con mamma stavamo, tutti e tre con il naso all’insù, cercando con gli occhi, guidati dalla luce delle stelle, speranzosi d’intravedere in lontananza, nella volta celeste, la slitta di Babbo Natale che trainato dalle sue renne, faceva ritorno al suo regno.

Mi torna alla mente anche un altro episodio, quando mamma fece un piccolo golfino di lana per uno gnomo del bosco cosicché si potesse riparare dal freddo; in una delle nostre passeggiate con papà nei boschi, lo lasciammo sotto un albero cavo, in un pomeriggio piovoso in montagna, e quando tornammo a cercarlo, il giorno dopo, era sparito. E anche se so che fu mamma a riprenderlo di nascosto, io non smetto di credere che esistano davvero gli gnomi, le fate, il piccolo popolo, la magia degli angeli, le streghette, gli elfi, creature trasparenti, magiche e bellissime perché, proprio come gli animali, la natura, i bambini e l’arte in ogni sua forma, sono queste le cose che detengono la chiave che apre il nostro cuore sull’infinito, per sempre.

2 pensiero su “Incanto d’autunno”
  1. Che bello questo spaccato di serenità e le tue riflessioni che condivido in pieno! Brava!

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