C’eri quei giorni di freddo

e non un solo fiocco di neve

è entrato dalla mia finestra aperta.

Hai aggiustato i ceppi sul fuoco

e la fiamma è divampata alta

illuminando la stanza buia.

Ho visto chiaramente ogni angolo

ho visto i tuoi occhi

come segugi

a cercare i miei

e chiedere silenziosi di poterli trovare.

Il mio pianto improvviso rese tutto fremente

e non ho visto quel fiore nella tua mano

non ho sentito il suo profumo

che già riempiva la stanza.

C’eri quei giorni freddi

quando il gelo chiudeva a chiave il mio cuore

e il ghiaccio faceva male.

C’eri.

Non mi hai chiesto nulla

hai solo impedito al freddo di farmi morire.

Grazie, Amore.

 

5 pensiero su “C’eri…”
  1. bella! sei riuscita a parlare d’amore senza ricorrere a luoghi comuni, si sente la verità di quello che descrivi. complimenti!

  2. E’ difficile trovare la solitudine del cuore, é facile sentirlo triste e disperato, ma solo no, perché in genere se non é in compagnia del suo amore, lo é con i ricordi, le immagini, i sogni; é la testa, sua grande complice che fa di tutto per farlo vivere. Ritrovo tutto ciò in questa poesia.
    Ciao.
    sandra

  3. a volte vediamo la pioggia, ce ne lamentiamo e non ci accorgiamo dell’ombrello che discretamente ci viene offerto.
    chissà perchè aspiriamo a cose lontane e non ci rendiamo conto del bene vicino.
    un bel tema quello che canti, con dolcezza ed eleganza, con la chiusa finale del ringraziamento verso chi sa stare a fianco nell’ombra e attende da sempre con infinita pazienza.
    ciao
    anna

  4. Le fiamme alte all’interno di un’abitazione son pericolose, attenta alla realtà… Saluti

  5. grazie a tutti.
    Per Laerte: forse ti è sfuggito il particolare dei ceppi sul fuoco… presuppone un bel camino. Niente pericolo, dunque. E poi, forse sei tu ad essere andato troppo in là con la fantasia.
    kiss, Mary

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