C’eri quei giorni di freddo
e non un solo fiocco di neve
è entrato dalla mia finestra aperta.
Hai aggiustato i ceppi sul fuoco
e la fiamma è divampata alta
illuminando la stanza buia.
Ho visto chiaramente ogni angolo
ho visto i tuoi occhi
come segugi
a cercare i miei
e chiedere silenziosi di poterli trovare.
Il mio pianto improvviso rese tutto fremente
e non ho visto quel fiore nella tua mano
non ho sentito il suo profumo
che già riempiva la stanza.
C’eri quei giorni freddi
quando il gelo chiudeva a chiave il mio cuore
e il ghiaccio faceva male.
C’eri.
Non mi hai chiesto nulla
hai solo impedito al freddo di farmi morire.
Grazie, Amore.
bella! sei riuscita a parlare d’amore senza ricorrere a luoghi comuni, si sente la verità di quello che descrivi. complimenti!
E’ difficile trovare la solitudine del cuore, é facile sentirlo triste e disperato, ma solo no, perché in genere se non é in compagnia del suo amore, lo é con i ricordi, le immagini, i sogni; é la testa, sua grande complice che fa di tutto per farlo vivere. Ritrovo tutto ciò in questa poesia.
Ciao.
sandra
a volte vediamo la pioggia, ce ne lamentiamo e non ci accorgiamo dell’ombrello che discretamente ci viene offerto.
chissà perchè aspiriamo a cose lontane e non ci rendiamo conto del bene vicino.
un bel tema quello che canti, con dolcezza ed eleganza, con la chiusa finale del ringraziamento verso chi sa stare a fianco nell’ombra e attende da sempre con infinita pazienza.
ciao
anna
Le fiamme alte all’interno di un’abitazione son pericolose, attenta alla realtà… Saluti
grazie a tutti.
Per Laerte: forse ti è sfuggito il particolare dei ceppi sul fuoco… presuppone un bel camino. Niente pericolo, dunque. E poi, forse sei tu ad essere andato troppo in là con la fantasia.
kiss, Mary