Mi ha picchiata.
Mi ha buttata tanta polvere in faccia e ha provato a farmi cadere,
poi mi ha fatto sbattere su una porta e mi ha allungato i suoi aliti addosso.
Ho sentito tanto freddo e ho sentito, poco dopo, anche tanto caldo.
I miei capelli volavano forte, mi sentivo svenire.
La cenere mi ricopriva il corpo, vedevo fogli di carta incollati alle ringhiere,
libri che si sfogliavano all’aperto, sembrava l’apocalisse.
Grossi vortici di sabbia salivano fino in alto e il cielo verso l’orizzonte
era diventato nero.
Le mie labbra aride e secche avevano il sapore di sabbia, facendo fatica a tenere
gli occhi aperti cercavo di guardare quanto era bravo a spazzare via
il male e la paura.
La forza del vento… cosi incalcolabile quanto affascinante…

2 pensiero su “L’apocalisse”
  1. Una descrizione che non lascia ombra di dubbio. Mi sono sempre domandata perchè queste donne, in tempo di calma, che avendo fortuna a volte si trova, non cucinassero a questi elementi di pieno bottino un bel piatto con la cantarella tanto da mandarlo in ospedale con la bava alla bocca e la pancia ritorta e con un po’ di fortuna il bottino si ritrova al cospetto di Dio. Cucinando capita, troppo sale, un fungo che sembrava un porcino, la cantarella che è inodore. Un beneficio per l’umanità.
    Sandra

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