(… Ed eccomi, finalmente.
Posso sedermi e riposare un po’.
Più in basso, dieci tornanti di premiata fatica
Dieci curve di inutili pensieri
Figli illegittimi, roba di ieri
Di luce artificiale
Follia di parole che non s’arrendono
Quelle di finta bellezza sempre accese.)

Ma ora le parole tacciono. Tutte le parole.
Diamanti irraggiungibili brillano qui
Di luce antica, saggia, e vera.
Stelle! Armoniose, placide stelle! Cuore e respiro.
Pèrditi, e guarda…
Mezza arancia di Luna, spunta e s’infila
Tra due creste di monti, osserva timida e curiosa
Questo scrigno dall’aria misteriosa.

Ricordi vaghi d’infanzia.
Una lavagnetta. Pastelli.
Troppo facile rievocare momenti così belli.
Grazie allora, Grazie ora. È vostro questo regalo.
Quante volte con il naso all’insù
Per fissare quei puntini colorati
Che l’innocenza puerile
In chissà quali mondi aveva trasformati.

Quante canzoni, quante poesie vi hanno già dedicato?
O silenti Regine dello Zodiaco!
Quanto Universo vi guarda ammirato?
Non ditelo: è già ora di scomparire.
Tanta fretta hai, alba d’estate.
Ma io tanto lo so dove abitate. E se il tempo,
Inclemente un dispetto mi farà, poco di male:
Un bimbo, dentro di me vi ritroverà.

3 pensiero su “Le mie stelle”
  1. Complimenti per aver saputo ricreare e ricordare in poche ed efficaci parole il disincanto del tempo presente di un uomo che sa ancora osservare un cielo stellato e ritrovare il fanciullesco incanto.
    Grazie
    MLux

  2. Infonde tanta serenità.
    Proprio vero: alcune notti d’estate dovrebbero non finire mai

  3. In effetti, è stata scritta dopo una silenziosa notte della scorsa estate, trascorsa su un altopiano di alta montagna dove il firmamento appare più luminoso e indulge al sentimento

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