E’ stata una piacevole domenica, forse la prima interamente primaverile, con quel caldino agognato dopo un lungo inverno, l’abbigliamento leggero, libero dai giubbotti invernali.
Benny, con un salto esce dal portellone della macchina; sono nel parcheggio fuori, saliamo a fianco i gradini che portano al cancello di casa, lui libero dal suo guinzaglio, io con la borsa e la giacca leggera in braccio, improvvisamente…, con un guizzo quasi felino ed una corsa superba, sfugge da me per andare sul marciapiede; intuisco, di corsa gli vado dietro e…, i due bassotti della vicina, stanno proprio passeggiando regolarmente al guinzaglio, ignari del ciclone in arrivo; ne aggredisce uno, l’altro difende il compagno, ma Benny é di gran lunga fisicamente più forte. Velocemente riesco ad immobilizzarlo prendendolo per la coda, ma il morso é già stato preso. Nessuna ferita, nessuna fuoriuscita di sangue. Dentro di me penso:
– é andata di lusso! Non si é fatto niente, mi riferisco al bassotto aggredito, ovviamente.
E invece no, la bestiola ha una protuberanza in alto alla zampa. Parte la corsa alle 19,30 in clinica dal veterinario.
La cosa non é gravissima, fortunatamente, ma serve un intervento chirurgico. Considerando le dimensioni del bassotto, nei confronti del robusto Benny, un muscolo si é strappato, si é lacerato internamente; punture, bisturi, tagliare, ricucire, flebo e antibiotici. Il cane, impaurito, tace, nessun lamento.
Sono amareggiata, non ho saputo tutelare il mio cagnone, non ho saputo gestire la situazione, non sono riuscita ad arrivare in tempo, nonostante lo scatto fulmineo dei vecchi tempi, messo in atto al momento del bisogno e che francamente non ricordavo neanche più.
Ho visto occhi che mi accusavano: queste cose, non devono accadere, il cane va tenuto a guinzaglio. Tutto giusto, sono addolarata per il piccolo cane, sono arrabbiata con me e con la mia faciloneria. Era da sempre una nostra piacevole abitudine quella di arrivare nel piazzale di casa, togliere il guinzaglio e salire assieme i gradini che portano al cancello, mi aveva sempre seguita docilmente, questa domenica, i suoi occhi hanno osservato la strada, si é voltato, li ha visti, li conosce, sono tutti maschi, c’é competizione, abbaiano, é scattato come un puma e ne ha aggredito uno.
So che il piccolo bassotto tornerà nuovo, ha già fatto la sua prima passeggiata. Questo un po’ mi rasserena.
Al rientro dalla nostra passeggiata odierna, nel solito punto, Benny, come sempre mi ha guardata, i suoi occhi sono da cagnone dolce e adorante, si aspettava che gli togliessi il guinzaglio, ma tristemente e con rimprovero, gli ho detto:
– non ti posso sciogliere, non mi fido più di te.-
All’inizio non capiva e non voleva andare avanti, poi, con una piccola violenza, gli ho imposto di camminare, e solo quando ho chiuso alle spalle il cancello di casa, l’ho liberato.
Non sarà come per gli umani, Benny non avrà più un’altra occasione, il nostro nuovo rito resterà per sempre quello: quando chiuderò dietro le mie spalle il cancello di casa, in quel preciso istante e non prima, lui potrà correre in libertà. E’ una promessa e un’imposizione che ho fatto a me stessa.
povera Sandra, che disavventura scoprire che i nostri cani hanno istinti più forti del loro amore per noi!
bisogna essere vigili sempre, e non solo con i cani…
coraggio!
Non é giusto peró, ci scommetto la testa che quel bassotto gli aveva fatto un dispetto e Benny se lo era legato al dito ops alla zampa, quanto ti fa male la decisione che hai preso? Forse piú che a Benny, lui dimenticherá presto, ma tu continuerai a chiederti dove hai sbagliato.
Con affetto
Tilly