Ti vedo un po’ goffo
con quella tavolozza in mano, da te
un po’ di colore non sarà sperare invano?
Non avere paura, inverno, se la gente parla di te.
Non sei quello di una volta, dicono,
e tu non mordi più, e tu non sei più tu…
Ma vanno di fretta, discorsi da Bar
di giornale caffè e sigaretta
Vivo le tue mattine, buie, dormienti,
quando il respiro se la prende con i denti
Non canta di dolcezza il gelo incombente,
mani intirizzite che non sentono più niente.
Due perle si rincorrono sull’edera abbarbicata
ma sono solo gocce d’acqua, che alba arcobaleno
a suo modo ha argentata
Monta in auto il panico: batteria collassata!
Nobile, volteggia silenziosa,
Tua attesa e destinata sposa. Neve.
Hanno arreso le loro braccia, i pini del parco.
Mesti e pesanti guardano giocare ragazzi e ragazze,
bianchi proiettili di risate
nelle piazze spensierate, freddo giusto e celestiale
speranza e augurio di ritrovare
l’aura di un vero Buon Natale
Notte di botti, di cenone, musica e allegria,
notte di cose già viste. Notte triste.
Che faccia tosta! Tu, che mille e più generazioni
hai accompagnato, mi ricordi di girare lo specchio.
Perchè tu sei sempre tu,
e io ogni volta più vecchio. Così, come niente fosse,
E pazienza per qualche colpo di tosse.
Se lo dici tu. Ma guarda con attenzione:
Lì sboccia un fiore!
Là un passerotto sperduto vaneggia d’amore!
Ti sta bene, caro inverno mio. Vedi?
Tra le piogge e la nebbia
anche i tuoi giorni di tedio van passando…
Ti piaccia o no, Regina Primavera
con alito di tepore sta bussando.
Aprile, per tua grazia, e vai.
In pochi versi tutta la magia di questa stagione, a volte un po’ bistrattata
Povero Inverno. Condannato ad essere la stagione triste, buia e fredda.
Eppure, anche Inverno sa regalare bellezza.
Bella poesia