Amo il Latino, da sempre.

E il CLE mi sedusse, quand’ero ragazzo…

Cosa simboleggia l’acronimo?

Carmina Latina Epigraphica?

Potrebbe essere, certo.

Ma in questo caso no.

È il Centrum Latinitatis Europae.

Un Toro bianco che percorre il continente: mai stanco, sempre paziente e impenitente, ma non impertinente, questo mai.

Due sentieri, solo due, l’uno di fronte all’altro; e io lì accanto.

L’uno volgeva a destra, l’altro a sinistra.

Il buio da una parte, la luce dall’altra: anzi, ancor meglio, penombra e chiarore.

Me ne stavo lì seduto e non sapevo dove andare, cosa fare.

Il luogo era isolato, ma ancora più ramingo mi sentivo io, lacerato dal dubbio interiore.

All’improvviso uno dei due sprigionò una splendida beltà, attraente ed elegante, una donna di stile, sublime, inattesa.

Restai incantato.

Non potevo distogliere lo sguardo dalle sue fascinose sembianze.

Ma ecco anche l’altro sentiero offrirmi un dono prezioso: completamente diverso, ma altrettanto stimolante, una sorpresa inebriante.

Soffice e sensuale, languida e speciale, posò su di me uno sguardo allusivo e penetrante, ricco di taciti simboli espressivi.

La prima capì che ero confuso e mi si avvicinò.

Allora l’altra la precedette, promettendomi la sua massima assistenza, una totale acquiescenza.

«Vuoi mangiare bene? Scegli me.

Vivere nel piacere? Ci sono io.

Toglierti ogni sfizio? Ancora io.

Dormire tra due guanciali, su un letto di piume? Eccomi!

A che serve sottoporsi alla fatica, tribolare, rinunciare al riposo?

Mille volte meglio allontanare le pene dell’inferno, il pane dell’infermo.

E qui mi fermo».

Io rimasi esterrefatto.

Mi aveva convinto; e io mi muovevo, senza remore, nella sua direzione.

Del resto, la si chiami Passione, Deviazione o Depravazione, il risultato è sempre quello: la principessa sul pisello.

Ma l’altra non si arrese e mi si avvicinò, senza freni, e neanche veli.

Prese la parola, richiamandomi alla realtà.

«Non lasciarti irretire, mio dolcissimo Sire:

niente ci viene regalato, nulla è dovuto al caso.

Se sceglierai di astenerti dall’impegno preso, questo ora io ti insegno, o mio Creso.

Vince chi lotta, non chi complotta.

Arriva chi soffre, non chi si offre.

Ottiene chi accetta, non chi rigetta.

La fatica non è nemica, ma una cara amica:

dona, condona e garantisce, non perdona chi la tradisce».

Il bivio, questo dilemma.

Spesso ci troviamo di fronte a una scelta, apparentemente scontata.

Da una parte il guadagno e… si nun prendo nun magno…

Ma dall’altra l’onesto: è cosa c’è meglio di questo?

L’acqua e l’avena, alla stessa distanza, hanno sempre la stessa fragranza.

Mai fare come l’asino di Buridano: bisogna mangiare, anche pian piano!

La scelta è un dovere, prelude al piacere.

Eppure non è affatto scontata, la questione è delicata e una squisita fragranza pervade la pietanza.

Prendiamo un unico esempio, dei tanti disponibili.

Ecco per terra un portafoglio, solo soletto.

Lo raccolgo, è un istante.

Le banconote sono tante, ma come hanno fatto a smarrirlo?

C’è anche il documento: e se una mano stringe il contante, l’altra conserva quel dato fondante.

Anche gli occhi son due.

L’uno guarda incantato le banconote, l’altro legge le parole, per nulla vuote.

Il proprietario attende notizie, spera nella buona sorte, convinto delle sue ragioni, di un destino vicino, non maliardo né beffardo, ma ammodo e cortese, proprio del Buon Paese.

Non è facile scegliere per il verso giusto, anche perché l’azzardo ha il suo gusto…

Ma a conti fatti il dubbio non esiste: solo l’onesto resiste, perché il male è frale.

Caro Piacere, seguo il Dovere.

E se un giorno doveste intrecciarvi, come capelli soffici e profumati, quello sarebbe davvero il punto d’arrivo.

Utile e dilettevole, necessario e piacevole, giusto e gradevole compongono il binomio ideale, l’unico capace di offrire… l’attimo fatale!

Un pensiero su “Era CLE al bivio”
  1. Scorrevole, divertente, accattivante e vero! Un componimento che denota grande maestria e profonda umanità.

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