Ancora oggi a distanza di tempo, mi stupisco che sia potuto accadere

Eppure è successo

Un giorno qualunque, di un mese qualunque

Ore 17.00

Sull’autobus Linea 17

Fortunatamente sono seduta

In meno di due fermate il bus è pieno

Orario di punta, dicono

Marcia lenta

Tutti pigiati uno sull’altro

Fortunatamente sono seduta

Io e nessun pensiero

Lettura distratta al giornale del mio vicino

Poi noto una distinta signora dai capelli d’argento

Ad ogni fermata sobbalza affaticata

Spintonata senza riguardo alcuno

Il mio vicino con ampio sorriso le offre il posto

Con mia sorpresa la distinta signora dai capelli d’argento rifiuta

Con fare cortese il mio vicino si permette di insistere

La distinta signora dai capelli d’argento sbotta irritata

Allibita osservo e mi chiedo perché.

Non è un posto “al contrario”

Alcune persone, soprattutto le distinte signore dai capelli d’argento, soffrono a star sedute in senso contrario di marcia

Non è un posto “trespolo”

Uno di quei posti che devi scalare l’Everest per potervi accedere

Gradini stretti, senza appigli

Difficoltosi anche per agili e scattanti utenti

Figurarsi per una distinta signora dai capelli d’argento

Ma allora perché?

Istintivamente mi annuso

Non emano odori molesti o almeno spero

E men che mai il mio vicino

Perché?

Osservo nuovamente la distinta signora dai capelli d’argento

Spintonata si sorregge con fatica agli appositi sostegni

Osservo il mio vicino che è tornato alla sua lettura

Un’idea affiora

Dopo qualche altra fermata

Una voce grossa di un tipo appena salito e alle spalle della distinta signora dai capelli d’argento tuona vergogna

Apro bocca per replicare ma il mio vicino mi fulmina con sguardo severo

Il tipo dalla voce tonante apostrofa un giovane studente dalle lunghe gambe

In un attimo questi salta su e cede il posto

La distinta signora dai capelli d’argento, amabile ringrazia tutti

Da quella cara nonnina che è, dà pure un buffetto a quel bravo ragazzo così volenteroso

Quell’idea affonda radici

Non posso evitare lo sguardo del mio vicino

Fiero mi scruta

E quell’idea miseramente trionfa

In meno di un minuto passo dal rosso-vergogna, al livido-indignato, al pallido-desolato

E solo allora realizzo

Il mio vicino è un distinto signore di colore

Lui!

Questo ancora accade

Sull’autobus Linea 17

In ora di punta

Di un giorno qualunque

Di un mese qualunque

Del XXI secolo

Un pensiero su “Ventunesimo Secolo”

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