Ti stringo tra mani che mostrano nocche biancastre
qualche destino ha deciso di portarci lontani
Scivoli via, inesorabilmente,
sfili tra le mie dita lasciando sapore di salsedine
forse sono ricordi dei nostri ultimi baci salati.
Ti porto con me, come sabbia deposta nei miei ricordi di gioia,
come memorie eterne di un fiume che scorre dentro il suo letto.
Tengo nella mia mano destra, la mano buona, la nostra clessidra.
Osservo le svariate sfumature di piccoli quarzi mettersi in fila,
uno ad uno, incapaci di fermasi, di sfuggire al loro destino
un destino che qualcuno, incolpevole, ha scelto per loro.
E come posso pensare di poter capovolgerla io,
per fermarne l’incedere o perché tutto accada di nuovo?
Quello che vorrei fare è piangere su quella sabbia
se questo servisse a renderla unita,
a cambiare la vita che avanza verso il suo scopo,
così ancora una volta essa non potrebbe procedere per il suo corso,
allora potrei fermare tutto un attimo prima che anche l’ultimo,
piccolo granello sia scorso e perso per sempre.
Ti ho amato, ti amo e ti amerò sempre.
Molto bella. Grande ricchezza, per l’essere umano la memoria. Guai a perderla, andrebbero smarriti anche i nostri ricordi più gelosamente racchiusi.
Sandra
Molto bella. “Le nocche biancastre” rende bene l´idea di qualcosa che vorresti trattenere ma che sfugge dalle dita come sabbia.
Complimenti
Tilly