Scendi dimmi com’è stato, racconta dai, fammi immaginare dal tuo sentire come la nebbia che comunica con la palude, sai, non ho più visto una palude, eppure ricordo bene ogni dettaglio, il confuso bagliore, è tutto confuso lì, pieno di microorganismi, odori, nebbia, niente di definito, adesso invece… guarda come tutto è così definito, tutto così… definitivamente? Definito.
Spero di no, non per me, ma tu, dai racconta, scendi, qui si sta comodi, forse troppo, lo so, non fa per te, tu odi la conforme comodità, ma qui sotto non c’è altra forma possibile.
D’accordo scendo, ma resterò giusto il tempo di un bicchiere, forse due, ed una sigaretta, forse due.
Da dove comincio… la palude, dicevi, si effettivamente, anch’io è da tanto tempo che non vedo più nessuna palude, sarà perché nessuno vuole più mettere piede in una palude vera. Ora ci sono quelle sintetiche, qualcuno va a farsi le foto ricordo e i video, poi, boh, niente.
Hanno bonificato tutto, nulla è stato lasciato al caso, hanno impiegato dei veri professionisti, ognuno di loro specializzato nel campo, chi nella nebbia, chi nella vegetazione, chi negli insetti, chi nell’acqua, uno addirittura solo per le zanzare, ecc…
Adesso sorridono tutti e chi non lo fa, solitamente finge, si sforza di non sorridere, e forse anche chi sorride si sforza.
Una cosa non riesco a capire, mi sfugge un dettaglio, è tutto così omogeneo. Cerco di spiegarmi meglio, ma aspetta, siamo già al terzo bicchiere, vabbè, non importa, quello che non riesco a comprendere è: com’è possibile che l’intera popolazione mondiale non menzioni di aver mai visto una palude e com’è possibile che nessuno sia mai stato morso da una zanzara, come possono tutti ricordare le stesse medesime esperienze e comportarsi tutti allo stesso identico modo.
Ma qui sotto da voi non avete questi problemi?
Ti dirò, anche qui ci comportiamo tutti allo stesso identico modo, ma non è questo il nostro problema.