C’era una volta in un grande regno il giardiniere del re, le sue capacità erano leggenda, si raccontava che ogni cosa da lui sfiorata fiorisse il giorno seguente.

Un giorno una donna del paese si recò alle porte del palazzo chiedendo di lui, aveva fra le braccia un vaso con una rosa appassita e chideva che tornasse a fiorire. Il giardiniere si lasciò pregare per un po’ ma poi per confermare la sua fama accettò di prendersi cura della rosa.

Non gli ci volle molto per farla tornare allo splendore di un tempo, era davvero molto bravo e amava il suo lavoro. Se ne prendeva cura con dedizione, le dava la giusta acqua, la giusta luce, il giusto concime.

Quando la restituì alla donna era davvero una bella rosa, cominciava anche a credere di poter vivere al di fuori del vaso tanto si sentiva bene.

Il giardiniere continuò il suo lavoro al palazzo e dedicava la stessa attenzione agli altri fiori del regno quando un giorno la donna tornò con il vaso vuoto e il giardiniere non sapeva che spiegazione dare alla donna che chiedeva indietro la sua rosa. Aveva ricominciato di nuovo ad appassire diceva, non appena l’aveva portata a casa con sé e poi un giorno era sparita dal vaso.

Rosa voleva stare per sempre col giardiniere e scappò per tornare al palazzo. Dietro il muretto di cinta riuscì a sbirciare e vide che il giardiniere dedicava le stesse attenzioni che aveva avuto per lei a tutti gli altri fiori. Rimase lì, non si mosse e decise di lasciarsi sfiorire.

Un giorno il giardiniere trovò la rosa ormai secca adagiata al muro di cinta del castello.

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