Freddi fantasmi

entrano di soppiatto

nella tenda della notte;

o sono, forse, vampiri

che succhiano la placenta del Sogno,

lasciando ancora strappi sulla tela.

 

Anemici, zigzaganti

vagano nell’obitorio

delle passioni mai estinte,

dei gesti incompresi,

delle verità spezzate,

lasciate a illanguidire

nella nera notte della Gorgone.

 

Come coltre polverosa

sui delitti del tempo, stanno

sul precipizio della meccanica

che tiene prigioniero il cuore

su un abisso di tenebra.

 

Piangono, essi

nella notte anemica,

cercando carità

dalla veste dell’alba bambina

che tinga, ancora, sorrisi

col colore dei fiori.

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