Il peccatore si alzò dal confessionale madido di sudore, si avvicinò all’acquasantiera e immerse, le sue lunghe dita nell’acqua appena consacrata. Rimase immobile qualche secondo attonito alla forma che l’acqua santa stava prendendo, tutto, come già era successo il giorno prima, aveva preso un “forma” strana. La sua mente da fisico, cresciuto nella più ferrea razionalità della sua istruzione, gli diceva che quello che stava vedendo non era fisicamente possibile, ma inconsciamente sapeva che non era la cosa più strana, che gli era capitata nelle ultime 24 ore.
Ventiquattro ore fa era un uomo di successo, all’apice della sua carriera; una moglie, una figlia, una casa con giardino ed un bellissimo cane, di razza si intende, che completavano il classico quadro della famiglia perbene che tutti noi vorremmo come vicini.
Ventitre ore e 59 secondi prima qualcosa cambiò, la forma della sua mente cambiò, e la cambiò drasticamente. Egli incominciò a pensare che la sua mente avesse assunto una forma non umana, gli ricordava “Guernica” di Picasso, dove il sopra si confondeva con il sotto e la drammaticità era esasperata. Nella sua mente, oramai contorta nelle forme, poteva toccare con mano, l’orrore, che la razza umana, riesce a perpretatare non solo nei confronti delle altre specie viventi, ma, soprattutto nei confronti dei suoi simili. La cosa strana accadde proprio in quel momento. Gli piacque, sentiva dentro sé l’odore del terrore e della morte, questo gli provocava una strana eccitazione, le membra venivano percorse da strani fremiti, e degli impulsi di morte incominciarono a svilupparsi ed a espandersi dalla sua mente verso gli arti estremi del suo corpo.
Venti ore prima di essere “il peccatore”, prese la sua decisione, fredda, inconsapevole ed orrenda. Si recò in cantine, accese la luce, ed incomincio a cercare tra le scatole, alla fine la trovò, era bella, emanava uno strano riflesso sotto la luce fioca della cantina, incominciò ad accarezzarla e passò la mano su tutta la lama quasi per poter sentire al contatto la forma della morte.
Salì di corsa le scale, sapeva benissimo che di lì a poco sarebbe arrivata sua moglie con la sua adorata bambina. La sua mente rincorreva ancora una volta lo spazio lasciato libero da “Guernica”, ed era deciso, sempre di più, a riempire quello spazio. Attese in silenzio, ad un certo punto sentì il rumore della chiave che girava nella toppa della serratura, era quello il segnale, si agguattò, sentì l’odore della morte e scattò con la stessa velocità con felino si scaglia sulla sua preda.
Quando ritornò lucido, si accorse che aveva tutte le mani insanguinate, e la stanza era pregna dell’odore acre di sangue, Si guardò intorno e scorse sul pavimento quattro corpi insanguinati, non ricordò esattamente il momento in cui i suoi vicini di casa , una coppia ormai in là con gli anni, erano accorsi in aiuto alle grida laceranti della moglie e della figlia. L’unica cosa che provò in quell’istante, fu un sorriso amaro al pensiero che, tutto sommato, quei vicini di casa, non gli erano mai stati troppo simpatici.
A quel punto fu sopraffatto da un unico pensiero, perché non provava un senso di colpa per quello che aveva fatto ?? Era questo il suo “peccato”, non si dava pace, sarebbe dovuto essere lacerato per quello che aveva fatto, eppure niente di niente, né un minimo di colpa né un senso di perdita. Aveva fatto quello che doveva fare niente di più niente di meno.
Fu proprio questo senso della mancanza del peccato che lo fece sentire “peccatore”, non la morte, non la tragedia della quale era stato testimone ed attore nello stesso istante.
Si era ritrovato lì in chiesa, proprio con lo scopo di “purificare” la sua anima non della tragedia, ma del suo non senso di colpa.
Ecco perché quando vide che la forma dell’acqua santa, disturbata dalle sue lunghe dita, era ben diversa da come se l’era immaginata, nella razionalità della sua mente; pensò, che le forme non hanno significato e che il mondo per quanto razionale ha forme e modi di espressione che travalicano qualsiasi senso del razionalità. Né rimase impressionato, quando, si accorse che il suo corpo stava per essere inghiottito e liquefatto nel vortice dell’acqua santa, sapeva che stava per morire ed ancora una volta si rammarico che non sentiva nulla di quello che, la ragione, avrebbe dovuto fargli sentire.
Una sola cosa gli venne in mente mentre si stava liquefando:
“Chiunque abbia detto: “polvere eravamo e polvere diventeremo.”, ha detto proprio una grande cazzata.”

Un pensiero su “La forma del peccato”
  1. L’ho letto solo adesso, e ne sono rimasta leggermente impressionata per il contenuto, soprattutto in questi tempi di sangue e massacri.
    Perché non hai scritto più? Ti consiglio di farlo.
    Ciao. sandra

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