La sua natura le cinse i fianchi,
le procurò elmo e corazza.
“È la stagione della vittoria!”
le disse il fulmine.

Vide il fango disseccare
sotto i suoi nobili piedi.

Le montagne la vestirono d’azzurro,
il sole la incoronò di gloria.

Lasciò i morti ai loro morti,
non esitò
al richiamo dell’accordo
che la sua immagine sfuocava,
oltre le tombe,
sulla gagliarda luce
dell’ardente spada.

Un pensiero su “Atena”
  1. Bella.
    Approfitto per dire che alla fine di settembre si svolgerà, in presenza, presso il Museo delle Religioni “Raffaele Pettazzoni” di Velletri il Convegno “Atena e Minerva. Tra Iconografia e Letteratura”.
    Nell’occasione interverrò come relatore e non mancherò di citare l’incipit del carme: i pregi son tanti, qui mi limito a sottolinearne la brevitas e la doctrina, di catulliana memoria.
    Complimenti.

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