La mitica Regina delle Amazzoni. Durante una fase della battaglia combattuta sotto le mura di Troia, conobbe la fine per mano di Achille il quale, secondo leggenda, dopo averla colpita a morte con la sua spada, se ne innamorò.

Troppo tardi. Seppur di corsa,

Trafelato e affranto

Impotente arrivò, alla fine

Il tuo sentimento.

Oh, magari avesse Cupido potuto

Solo un attimo innanzi

Trapassare il tuo cuore

Con suo roseo strale!

Ben più leggera ferita

Sarebbe parsa,

E per entrambi fonte,

E diletto, e vita… Ma che!

Lo precedesti,

E fu tua mano,

Da cieca furia animata,

A trafiggere quel petto

Di guerriera

Coraggiosa,

Deificata

Seppur mortale.

Dimmi,

Che cosa vedesti, poi?

O Pelide! Qualcosa, ora

Anche in te

Sta per lasciare.

Perché tremi, tu

Figlio di Dea? Ecco!

Quella tenerezza

Che forte e sicuro

Vergognavi a dimostrare

Ora sortì.

Il Tempo, impietosito

Due istanti vi concesse

E mentre tu, inerte

Quel volto pallido

Triste osservavi

Lei, occhi suoi di donna

Nei tuoi piantò

E per un attimo,

In quelle ancor vivide luci

L’uomo dei suoi sogni…

L’attimo fuggì

Esile speranza, ratto

Pluto ti rapì

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