Io sono Paolo e, anche per quest’anno, oggi è il mio primo giorno di scuola.
Questa mattina la mamma e Golia, il mio cagnolino, mi accompagneranno per la prima volta nella nuova scuola.
Sono molto emozionato e mi batte un po’ il cuore.
Non so cosa mi aspetta.
La mamma dice che ormai sono diventato grande.
Io, invece, mi sento uguale a quello che ero ieri.
Stessi pantaloni, stesse scarpe, stessa maglietta.
Addirittura avevo la stessa voglia di rivoltarmi dall’altra parte nel letto quando la mamma mi ha svegliato stamane.
Invece no.
Ho proprio dovuto alzarmi mentre la mamma non faceva che ripetermi:
“Paolo, alzati…dai Paolo, non possiamo arrivare tardi…. Muoviti, Paolo…che facciamo? arriviamo tardi il primo giorno di scuola?….”
Dai, Paolo.
Su, Paolo.
Ho proprio dovuto alzarmi, prima che Golia mi consumasse la pelle della faccia a leccate.
E’ il suo sport preferito quello di leccarmi dopo che la mamma mi ha chiamato.
Lo sa bene che andare a scuola insieme significa per lui fare la prima delle passeggiatine quotidiane che tanto gli piacciono.
Per questo motivo si allea con la mamma e la aiuta a tirarmi giù dal letto.
Traditore!
Mi riprometto sempre di fargliela pagare quando vuole le mie coccole, ma è simpatico, morbido, peloso e io so che mi vuole così bene che non posso fare a meno di accarezzarlo e giocare con lui.
Comunque questa mattina ho avuto poco tempo da dedicargli.
La mamma era forse più emozionata di me.
Era, infatti, la prima volta che avrei incontrato nuovi amici e nuovi insegnati e le novità danno sempre sensazioni strane.
Già, perché durante l’estate sono successe tante, troppe cose che hanno cambiato la nostra vita in famiglia e tutti questi avvenimenti mi hanno lasciato stordito.
Io e la mamma abbiamo una nuova abitazione, in una nuova città, lontani da dove stavamo prima, da tutte le nostre abitudini e siamo lontani anche da papà che è rimasto nella nostra casa di prima.
La grande rivoluzione è stata determinata dal fatto che la mamma ha vinto un concorso nell’amministrazione pubblica e il suo luogo di lavoro è proprio qui, così lontano da casa, la nostra casa, quella vera.
Io ho sentito i miei genitori parlare a lungo su come organizzare la nostra vita di tutti i giorni e alla fine un sabato sera – era sabato, me ne ricordo benissimo, perché la mamma il sabato ha più tempo libero, prepara sempre la pizza e quella sera avevamo appena finito di mangiarla – papà mi ha detto.:
” Paolo, bimbo caro, ci aspettano grandi cambiamenti.
Non dureranno per sempre, ma non possiamo evitarli e la mamma ed io cercheremo di non renderteli faticosi da sopportare.
Per un periodo di tempo che durerà un anno o due la mamma lavorerà lontano, in un’altra bella città e tu la accompagnerai.
Vivrai con lei e le farai compagnia, io vi raggiungerò ogni venerdì sera e trascorreremo il fine settimana tutti insieme.
Sarà un modo di vivere diverso, ma avrai modo di vedere luoghi nuovi, incontrerai amici nuovi e non sarà così male, vedrai.”
“E Tobia con chi starà?” ho chiesto subito.
“Con noi”, ha risposto la mamma, “non preoccuparti, verrà con noi”
Io ci sono rimasto un po’ così…come dire?… perplesso?
Come avrei fatto con i miei giochi e con il corso di nuoto che frequento due volte la settimana?
Cosa avrei detto a Ludovica, la mia compagna di banco che è la mia amica preferita?
Sono stato triste per parecchi giorni, poi ho salutato tutti e adesso mi ritrovo qui, pronto e vestito per andare a scuola.
E’ vero che comunque avrei dovuto trasferirmi alla scuola media e grandi cambiamenti ci sarebbero ugualmente stati, ma mi sarei sentito meno solo…
Adesso la mamma, Tobia ed io usciamo di casa e, aperta la porta, un mondo di novità mi aspetta.
Non so come sarà e spero di abituarmi.
I cambiamenti piacciono poco a tutti, poi ci si adatta. Certo che crescere con la compagnia di un animaletto é una bella fortuna, nonchè una cosa molto educativa per un bambino. La forza di una famiglia é anche questa: divisi, ma uniti nei sacrifici per migliorarsi.
Come educativo é lanciare questi messaggi.
Sempre brava, cara Anna.
ciao.
Sandra
sono sempre molto belli i tuoi racconti e molto delicati.
per Sandra e Giuseppeantonio:
grazie!
quando la realtà non mi piace, mi rifugio tra i bambini e cerco di pensare come loro per trovare aggiustaggi e soluzioni…
ciao anna
Bel racconto …naturalmente ho anche io piccoli accorgimenti…ma niente di serio…solo il nome della bestiolina che cambia nel corso del racconto improvvisamente nome: si chiama Tobia o Golia?
Lo so, mai corregere un’insegnante!!!!
Infatti chiedo scusa e rinnovo i complimenti.
hai proprio ragione, Raf!
scrivendo ho cambiato il nome al cagnolino almeno dieci volte…
e il bello è che ho poi riletto la bozza e il testo pubblicato un sacco di altre volte.
o sto invecchiando o è la pressione bassissima o, come dicevo ad altri, qui da noi piove sempre e con l’acqua scivola via anche la mia attenzione…
un abbraccio.
ciao
anna
Un bellissimo racconto, cara Anna, che mi coinvolge particolarmente considerato che le mie due nipotine sono alle prese rispettivamente con il primo giorno di scuola e d’asilo. Le guardo e mi rispecchio nelle loro ansie che a noi possono sembrare piccole invece sono enormi. L’unica cosa che vorrei fare sarebbe stringerle forte e tenerle con me… ma la vita è anche fuori da due braccia amorose e va vissuta. Si può soltanto cercare di stare più vicino possibile e ascoltare sempre… dai bimbi, hai detto bene, si impara moltissimo. Sono loro ad avere la chiave della vita, non gli adulti.
Un abbraccio.
Anna, mi spingi molto a vedere i tuoi racconti, non mi stacco più dal computer per leggere i tuoi racconti, sei sempre più brava. Complimenti!
Questo racconto anna è molto bello e ti darei un bel 9.5!
Molto bello!!!!!