Spiegami pure come sbocciano le rose,
addomesticami su come si compone poesia
e ripetimi ancora quale verbo rese
il sussurro che un giorno amò Vossìa.

Riscrivilo che non lo perda
tra le effimere storie che crei
e il sol non sfalda
lo che pensi di saper d’altrui.

Rendile vive e fulgide al giorno,
e che non scappino furiose al mattino
il tempo di trovar lassami eterno
l’indirizzo su un foglio d’opalino.

Puoi mostrarmi le notti e il divenire
e te ti culli su baffi di nuvole per ore,
di panorami che vivi senza amare,
di storie che canti senza il narratore.

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