Sentire, nudo, il giorno.
Sulla pelle.
Il sole falcia le strade
tra gli occhi degli annegati
accasciati nelle retrovie.

Occhi iniettati di sangue.
Follia.
Sputare il marcio mille volte,
senza espellerlo mai.
Il ferro della metro
sferraglia nel midollo
di una pesantezza che uccide.
Lenta.
Si mescola ai fiati.

Eppure c’è colore,
nel giorno.
Da soli turgidi
colano colombe sullo sfacelo
di un mondo
dannato di potere,

dicono

la pace è dentro te.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *