Le calendule hanno preso il vestito al sole,
brillando sui loro ombrellini freddi
come girandole dolenti,
mentre un gatto se ne sta,
acquattato d’ombra come un ladro
nei suoi occhi di smeraldo tagliente.
Nell’aria, sui tetti o i corpi gialli
delle case inutili e accasciate
il tempo mostra il suo scherno
con un sorriso di ghiaccio.
Gli gnomi sono partiti, lassù…
Nell’aria greve recitano sermoni amari
che s’abbattono sui tronchi già segnati
da dissonanti mantra a intervalli.
Insostenibile, lo spazio
giace sui fianchi a gambe larghe
come una stanca puttana
e nel silenzio, impiomba prati
porta lì
tutte le nenie del mondo.
Per dispetto.