Aironi nella linea sottile
dell’orizzonte
colmano vuoti di brezze
Nel grido di nebbia
granelli di occhi
dimenticati
e veli di donna
Lungo le strade del porto
sorelle dell’aurora
s’affacciano maschere di giada
colori di giglio e sandalo
Ci sono miraggi
che svaniscono nelle tasche sdrucite
del mondo
In terra odore di nuvole grigie
ed io dipinta su muri
zuppi di nostalgia
mi confondo
con la pietra
ed è vertigine
che scivola dentro ai tombini
divelti dalla pioggia
Sai cosa mi sorprende? La fantasia presente nella poesia, l’aspetto immaginifico di vedere; la ‘visione’, come un’idea ma anche come una creazione, non porta così il peso delle cose viste, ma le consuma essa stessa, le fa vivere come mitiche speranze e mitiche illusioni, tali per cui il mondo è sempre bello.
p.s. Penso che tu le debba pubblicare le tue poesie, poi ti dico meglio.
Rileggendo questa poesia ho notato una forte presenza narrativa all’interno della poesia, come si trattasse di un film e che porta un racconto. Il finale è un pò triste ma t’assicuro che riesce a dare una forte impressione romanzata e poi ci sarebbe molto da dire anche sulla seconda strofa: quei granelli di occhi che sembrano provenire da qualcuno, una persona che s’infrange sul panorama, nel vento, che si confondono e la persona tace.
Sarò monotona ma questa poesia ha il tono della spensieratezza, della leggerezza che ghermisce le cose e le trasporta, le trascina in un ‘tunnel’ dove esse si trasfigurano; e trascina sensi (significati), concetti, immagini che richiamano a un altro mondo diverso da quello a cui appartengono.