Lo sguardo mite,

gli occhi veri,

il cuore gonfio

di bontà.

Non sa mentire,

non vuole truffare,

non si vergogna

della sua semplicità,

attento all’essere,

mai all’apparire.

L’esteriorità

solo un opaco velame,

foschia sul bene.

Le dita esili,

le mani d’artista

avvezze a creare,

inadatte a disfare.

Un pennello per compagno,

una tela per orizzonte,

l’espressione assente,

persa nel vacuo.

L’utile: non il proficuo,

ma un pulpito di gioia,

un tocco di delicatezza,

una timida carezza,

una mano stretta

che non se l’aspetta.

Vive per gli attimi,

nutre le emozioni,

pago della sua sensibilità.

La voce suadente,

carezzevole e dolce,

aliena da volgarità,

stempera l’esuberante,

ravviva la pietà.

Gli affetti su tutto,

a ghermire saldamente

la rivincita presente

sul destino più brutto.

La tenacia gli serra i denti,

baluardo contro gli stenti,

titanico palliativo

di un padre mai visto,

caduca infelice amata parvenza,

nodo in gola della sua esistenza.

La guerra, i lamenti,

un collegio di studenti

per un’infanzia sofferta,

la sola via aperta

delle fatiche di scuola

E se non ne fa parola,

lo tradiscon le luci

di due occhi espressivi,

addolorati ma vivi,

rassegnati al torto,

ribelli allo sconforto,

di chi ha molto veduto,

di chi ha sempre lottato,

di chi non ha ceduto,

e… sì: ora ha trionfato!

Un pensiero su “A Papà”
  1. Meravigliosa descrizione di un padre artista, da cui traspare un animo gentile, semplice e sensibile, ma al contempo è svelata una marcata sofferenza nella sua vita, che viene attenuata dalla sua vena artistica. Il suo amore verso la famiglia non ha bisogno di parole, si esprime attraverso le emozioni e la sensibilità, ed è sincero, profondo ed incondizionato.

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