Voglio scrivere un “senza titolo”, una di quelle cose che scrivi di getto, senza pensare nè sapere dove andrai a parare. Mi lascio trasportare dall’onda dei pensieri, ritrovandomi in un attimo donna e bambina, avvolta nel silenzio di questa sera d’estate piovosa. Ho assaporato per un momento la nostalgia dell’inverno, ho sentito il cuore prepararsi al Natale, aspettare di attraversare il ponte che collega il vecchio e il nuovo, poi di corsa verso la primavera, contemplare i primi timidi fiori e, ad occhi chiusi, respirarne il profumo. Poi le api che volano sopra il giardino, le voci di bambini finalmente liberi dalla scuola, l’odore del pane appena sfornato, le onde del mare che si infrangono sulla battigia, i pescatori di telline chini sul tramonto, la grande scritta Gelateria, ragazzi che si accalcano prima di cena intorno ai tavolini all’aperto del piccolo bar giù al parco, altalene cigolanti di vita e risa di bambini e delle loro mamme. E poi guardo ancora fuori. Ha smesso di piovere; fa più fresco ora. L’odore dell’aria pulita entra attraverso la finestra socchiusa. E’ ancora, di nuovo, estate.
brava.
mi piacciono i pensieri in libertà fermati con apparente leggerezza e semplicità.
anch’io lo faccio e quando li rileggo mi riconosco.
ciao
anna
Una ventata d’aria fresca, in una scrittura pulita, riflessiva, un po’ triste, ma con una finestra aperta alla speranza della stagione del sole.
ciao.
Sandra
Grazie Anna e Sandra, sempre puntuali nell’esporre un commento. Bisognerebbe lasciare andare più spesso i pensieri in libertà; sono quelli più veri.
Per Sandra: ho notato che in quasi tutti i miei testi tu sottolinei una forma di tristezza… vorrei capire che cosa ti trasmette questa sensazione. Credimi, quest’utimo l’ho messo giù in un momento di vera serenità, un passaggio attraverso le stagioni, solo ascoltando il suono della pioggia. Però magari hai ragione tu: la malinconia dell’inverno nell’attesa dell’estate. Ma se ci pensi, l’estate non sarebbe così bella se prima non ci fosse un triste, piovoso, buio e freddo inverno. Non trovi?
Grazie, Mary
Cara Mary, non é una sensazione di tristezza percepita nei tuoi versi, ma é in me che alberga un po’ di tristezza, dovuta alla riflessione del pensiero non sempre per cose gioiose, tutto qui.
Sono d’accordo con la parte finale del tuo commento: l’estate é bella perché esiste l’inverno, la domenica é piacevole perché si apprezza il riposo che negli altri giorni cede il posto al lavoro e così via.
A presto leggerti, ciao.
Sandra