Edificherò

un mastio di crisoberillo

più esimio

che sia mai esistito

sul volto della terra

di alessandrite

su berillo dorato,

pietra dopo pietra

solo per vederti

andar via,

come erinni in foga

sul phaeton della ritrosia

invitto nella remora

dei tuoi gesti incongrui

tra il pietrisco

dei tuoi scipiti errori!

Esultando

come una baiadera

in avanspettacolo

che precorre

il lungometraggio

del mio destino

volto come un infinito

inno al cielo,

leggiadra volteggerò!

Al fine giuliva

di respirare pace

che un dì passato

ho smarrito nell’incrociare

i miei batticuori nei tuoi,

per farne brace

al primo fatuo

sonno d’amore

senza risveglio

per orgoglio,

al primo bacio dell’alba

che sfiora il cuor,

ove ormai nello sfiorire

delle ore nel disamore

che gela ogni velleità

mai intonate per un noi,

si erge irto il distacco

tra il bene e il passato

che ha fossato

e inabissato nella dispnea

che finalmente

porti via con te,

lasciandomi fausta

rediviva di affacciarmi

da quel mastio

in fiore colorato

ove in olezzi

di nuovo amore

in cui daccapo

finalmente mi disseterò,

per divergermi lesta

dal tuo ricordo lestofante!

Rinascerò nell’idillio

di una nuova stagione

di me stessa

nelle schiette braccia

del fato amico

a tinteggiare di cobalto

albe nuove prive

di fumo da mal bruciato,

a causa della tua

mal deferenza,

io rinasceró

come raggio di sole

in mezzo all’universo

a sfolgorante sul buio

di cui mi hai cinto

quando a metà vivevo,

io rinasceró e per te

rimorso sarò.

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