Quei primi di marzo,
nebulosi,
tristi,
ti han portata via.
Un’esistenza generosa,
senza posa,
mai ritrosa.
Una vita per i cari,
calici amari,
ma sempre un sorriso,
gioiello sul viso,
porta per il Paradiso.
Siamo in tre,
tutti tuoi.
Nella stanza
la fragranza,
il dono
del perdono.
Mente vivace,
animo audace,
lenivi ferite
laceranti,
mai sopite.
Cara Mamma,
sei dentro di noi,
viviamo di te
deposto ogni se.
Il bene puro
partito dall’Amo
di un vagito
ci riunirà
nel lago infinito
dell’Eternità.
“Un’esistenza generosa, senza posa, sempre un sorriso, gioiello sul viso”: un duro compito tre bambini. Hai vissuto nel vortice di attimi, respirato sensazioni, valutato le difficoltà e il peso della vita. Hai ammirato caro Dino silenzioso, hai compreso quegli occhi fermi, amorevoli ma guardinghi, pronti a sorreggere, a lenire, a guarire. Un animo sensibile il tuo che ha radici lontane e profonde che vivono e germinano in te, capace di ringraziare ed omaggiare.
Le parole trasudano ammirazione verso chi si è nutrita esclusivamente dell’amore per gli altri, senza rammarico, senza rimpianto: amore incondizionato il suo, dal primo vagito.
L’immagine dell’acqua calma che vi traghetta piano verso l’ultimo viaggio dona respiro e pace alla lirica.
Attendi, scalfito dal distacco, ma sorretto dall’attesa di un ricongiungimento eterno in un luogo imprecisato.