Quando ti rimarrà soltanto
un lavoro che ti farai piacere per forza
quanto ti rimarrà soltanto
una casa vuota che riempirai con oggetti inutili
quando ti rimarrà soltanto
l’opaca sensazione di ricordi passati
quando ti rimarrà soltanto
il tuo egoismo camuffato
quando ti rimarrà soltanto
la certezza della morte
solo allora
forse
capirai
di aver rinunciato
al dono più grande
che ci rende immortali
al dono cioè
di avere dei figli
Ciao, scusa me la potresti spiegare meglio questa frase:
Quando ti rimarrà soltanto un lavoro che ti farai piacere per forza
Premetto che questa è una poesia molto personale, quasi un messaggio per una persona in particolare e può risultare di difficile comprensione.
Se vogliamo generalizzare nella frase che tu citi, il lavoro è inteso come una delle priorità della vita, messo prima di ogni cosa, ma un giorno ti accorgi che non ti ha dato tutte quelle soddisfazioni che ti aspettavi, ma te lo fai piacere lo stesso perchè ci hai speso molte energie, pensando che fosse la cosa più importante.
Grazie Andrea, buena suerte…
questa è la poesia che avrei voluto dedicare a mio padre… a un padre che ci ha lasciato, a un padre che ha seguito un’altra strada diversa dalla nostra… a un padre che di sicuro come al tuo… forse in punto di morte, o chi sà, ritornerà…
Bravo Andrea,
condivido pienamente le Tue sensazioni e le Tue idee sull’enormità del dono di un figlio.
La vera ragione di un’esistenza piena e completa che può condividere soltanto chi prova una tale esperienza.
Hai indicato con lucida espressione, l’avidità e l’egoismo di chi vive per sè e cerca di gioire di piccole cose, credendole grandi e imprescindibili.
Non c’è lavoro, non c’è soddisfazione più grande degli occhi sorridenti di Tuo figlio.
Roberto