Il Commissario Valter Bertelli la trovò sul letto, completamente nuda e con il volto rivolto su una parte.

Si trattava della Signora Katia Rulli moglie separata di Fabio Cresti il più noto gioielliere della città, nonché sua ex compagna del liceo Machiavelli e la rivedeva in quella situazione scabrosa dopo ven’anni.

Certo, se non fosse stato per il nome, il Commissario Bertelli di sicuro non l’avrebbe riconosciuta.

Da una rapida e pietosa occhiata i cambiamenti erano notevoli. Quel corpo che aveva davanti, ancora bello, era tuttavia molto più pastoso della compagna di scuola che ricordava, i capelli erano biondissimi e ricci, quando Lui la ricordava con i capelli lunghi, lisci e neri come l’ebano. Gli occhi spalancati erano azzurri, e Lui li rammentava verdi come gli smeraldi. Lenti a contatto? Boh, forse aveva scarsa memoria.

Il Dottor Marco Curti avanzò con passo lento verso il Commissario e la sua voce alta, lo scosse dai ricordi:

-Brutto affare, Commissario, la Signora é morta soffocata col cuscino. Non c’é stata violenza sessuale, ma era consenziente, ed é morta al termine dell’amplesso, direi quasi in contemporanea. Diciamo che l’assassino, mentre era in pieno esercizio delle sue prestazioni, sapeva benissimo come voleva terminare il gioco.-

Il Commissario Bertelli lo guardò togliendosi gli occhiali e disse:

-Eravamo stati al Liceo Scientifico Machiavelli assieme, per cinque anni. Ricordo che aveva una passione fortissima per la matematica, faceva tutti gli esercizi con la facilità con cui si passava il rossetto sulle labbra. Beh, Dottor Curti, mi ha fatto una certa impressione rivederla così.-

Poi, si affrettò a coprirla col lenzuolo.

Immagini lontane si affacciarono alla sua mente, di sè, pieno di capelli neri e ricci, magro e non con la pancetta come adesso a poco più di quaranta anni; tutta colpa di quell’alimentazione all’americana, panini di giorno, panini di sera. Quando rientrava a casa tardi, apriva il frigorifero e giù, quello che trovava, mangiava. Forse era anche colpa di quei ripensamenti con Gloria, se l’avesse sposata, in fondo l’amava, e invece, al momento rifiutava addirittura la convivenza…, ma, prima o poi, Gloria l’avrebbe mollato, Lei voleva una famiglia…, ma ora bisognava pensare a Katia, non fosse altro che per tutti i biglietti con le soluzioni matematiche che nei cinque anni gli aveva passato. A volte Le aveva chiesto:

-Katia, perdi un po’ di tempo e spiegami questi esercizi…- 

Katia rispondeva sempre in maniera veloce e distaccata:

-Valter, io non li so spiegare, io li so risolvere e basta. Io faccio l’esercizio in maniera meccanica, o meglio, come se qualcuno me lo dettasse. Piuttosto tu, che scrivi tanto bene, potresti insegnarmi a tenere un diario, sarebbe per me un amico, ma non so mai come iniziare e se ci provo, poi, mi “intorto” subito.-

Ma Valter non ci aveva mai neanche provato, le aveva solo consigliato di leggere molto.

 

Nel suo ufficio il Commissario Bertelli iniziò a studiare tutti gli elementi che aveva su Katia.

Era stata sposata per dieci anni e separata da appena sei mesi. Il marito aveva un’altra giovanissima donna di trent’ anni, polacca, che attualmente abitava con lui da subito dopo la separazione. Katia l’aveva presa molto male, poi aveva iniziato, forse per vendicarsi, a fare una battaglia prettamente economica, dal momento che avevano la comunione dei beni e finanziaramente erano cresciuti insieme. Anche Lei aveva lavorato nel negozio di gioielli, ma unicamente occupandosi di amministrazione. Quando Fabrizio, il marito, le aveva comunicato le sue intenzioni circa la separazione, dopo i litigi, Katia si era precipitata da un Avvocato di fiducia, certo Marcelli Stefano e aveva iniziato la sua battaglia di parte offesa. Abitava in un attico con tanto di giardino pensile. Non era andata a caccia dei mariti delle altre, ma di giovani scapoli ed uno era suo assiduo frequentatore, l’ ingegnere Savelli Paolo, trentacinquenne di bella presenza, con lavoro attualmente precario.

L’ingegnere Savelli fu interrogato, ma per quella sera aveva un alibi di ferro. Sua sorella Cristina aveva avuto le doglie anticipate proprio mentre era a casa sua. Il marito di Lei, si trovava ad una riunione in altra città, così che il buon Savelli aveva iniziato in anticipo la sua funzione di zio, assistendo la sorella e andando su e giù per il corridoio della maternità in grande agitazione e responsabilità, mentre il cognato volava con l’areo dalla moglie futura mamma. Tutti lo avevano visto in Ospedale, tutti lo ricordavano in maniera buffa e simpatica.

Passò all’interrogatorio col Sig. Fabrizio Cresti. Il commissario Bertelli si accorse che il gioielliere aveva la sua stessa età, ma era tutt’altra persona, fisicamente s’intende. Molto palestrato, molto curato, sia nell’abbigliamento che nel fisico, oltre ad essere un uomo garbato, ed era anche troppo facile capire perchè katia si fosse innamorata di Lui.

Fabrizio Cresti disse che non vedeva né sentiva la sua ex moglie da mesi, perché i loro rispettivi avvocati si occupavano dei loro beni e che quella famosa sera era stato tutto il giorno in negozio e la sera in compagnia della sua nuova compagna Dora che abitava in casa sua da subito dopo l’uscita di Katia; con un certo orgoglio aggiunse che lo avrebbe reso, per la prima volta, padre.

Peccato che al Commissario Bertelli non piacque affatto l’aria di sufficienza del bel Fabrizio, sicuro di sé, del suo portamento e del suo fascino. Che diamine… uno che sposa una donna, ci vive per dieci anni insieme e, anche se poi s’innamora di un’altra, dovrebbe essere almeno dispiaciuto, costernato per l’omicidio di sua moglie. E invece si limitò a dire:

-Cerchi fra i suoi giovani amanti, e troverà l’assassino.-

Il Commissario Bertelli ritornò più volte nell’attico. Era un’abitazione ordinatissima, tutto era al suo posto, non era mancato nessun gioiello, nessun quadro o altro oggetto di valore. Aprì gli armadi e ai suoi occhi si presentarono tantissimi vestiti, lunghi, corti, di colori di cui non conosceva neanche l’esistenza e non avrebbe saputo come definirli, per non parlare delle scarpe. Pensò a Gloria e ai suoi quattro vestiti.

Comunque Katia aveva avuto sempre buon gusto nel vestire ed era molto ambiziosa, Lui la ricordava così..

Iniziò a frugare nei cassetti, e trovò quaderni con contabilità, fatta a mano. Riconobbe la sua scrittura numerica, precisissima, senza neppure un baffo con la penna; numeri, numeri e solo numeri.

Riguardò tutte quelle scarpe perfettamente allineate di  tanti colori; erano a vista, ma c’erano pure scatole sullo scaffale sottostante, larghe ma non lunghe. Le aprì. Cappelli. Tanti cappelli invernali, rigidi e di lana. Quasi tutti di colore nero. Pensò a cosa potevano servire tanti così, forse una fissazione e poi tutti di colore nero o viola… boh, probabilmente un’altra mania di una persona ricca e viziata. La curiosità fu più forte di Lui, pensava di trovare un indumento di colore diverso e invece trovò il diario.

Un diario azzurro quasi infantile, in una scrittura quasi incerta, a volte tondeggiante e grande, a volte piccola; si chiese se poteva essere di Katia, lui di Lei ricordava solo i numeri, ed iniziò a leggere.

Era di Katia non aveva dubbi. Raccontava la sua vita degli ultimi sei mesi. Rammentava l’amore per il marito come se fosse stato il primo giorno. Narrava un amore stupendo con Fabrizio in quell’ultimo mese, forse perché possedeva  il profumo dell’incontro clandestino.

Ancora non avevano dato notizia agli avvocati, ma Fabrizio ci aveva ripensato, l’amava ancora e voleva tornare con Lei. Dora, anche se era incinta di Fabrizio, non rappresentava niente, poteva essere solo una questione di danaro, avrebbero tenuto quel bambino che assieme non avevano avuto e Dora sarebbe stata liquidata.

In realtà Fabrizio aveva in testa un disegno diverso: se Katia in qualche modo, fosse scomparsa dalla terra, Fabrizio avrebbe avuto Dora, il bimbo, e le sue finanze si sarebbero ulteriormente rimpinguate con la parte della ex moglie, senza contare che non avrebbe più dovuto passarle il cospicuo vitalizio.  Bastava solo fare le cose per bene. Era sicuro di poterLa riavvicinare, sapeva bene quanto ancora Katia fosse presa da Lui.

Dopo aver letto il diario azzurro il Commissario Bertelli sorrise a tutti quegli abiti, scarpe, cappelli, e  con aria soddisfatta disse ad alta voce:

-Katia, lo hai incastrato col diario che non sapevi scrivere, mi dovrà spiegare perché mi ha detto che interloquivano solo gli avvocati, quando invece, Lui faceva l’amore qui sul tuo letto. Dovevo scoprire il tuo assassinio… per tutti i foglietti che mi hai passato, te lo dovevo proprio e mi dispiace, nella scelta della tua vita, non hai avuto il tuo solito fiuto, hai scelto le mani sbagliate. Sappi che il tuo caro marito non mi é piaciuto per niente da subito, troppo perfetto per essere vero, se ci fossimo rivisti prima, di sicuro ti avrei messo in guardia, ti ricordo come una bella persona…

Decise che anche a sè stesso doveva qualcosa: quella sera avrebbe cenato a casa di Gloria …sì era la sera giusta per chiederle di venire a stare da Lui.

 

18 commenti su “Sesso e morte”
  1. Ho sempre sostenuto il detto “impara l’arte e mettila da parte”.
    C’è sempre un momento in cui ogni conoscenza può tornar buona….
    anche scrivere un diario ne ha persi e salvati più di uno.
    Divertente.
    Ciao
    anna

  2. Molto brava Sandra. Il tuo racconto mi ha catturata, davvero ben scritto! Solo una considerazione: il finale ha smorzato di colpo l’attenzione che aveva creato in me. Forse dentro il diario ci stava bene un vago ricordo di Katia su chi l’avesse spinta a scrivere…
    Mary

  3. Complimenti!!! Io adoro i racconti gialli. Ti assicuro che il tuo racconto è scritto molto bene e la stroria mi ha interessato molto, bel racconto sesso e morte

  4. Per mary

    Ti ringrazio, anch’io ho un debole per i racconti gialli e questo non é il primo. Il tuo commento é un ottimo invito.
    Ciao.
    Sandra

  5. Wow… il tuo è un buon racconto giallo… continua a scrivere… il testo è ottimo…

  6. Wow!!! Questo racconto è semplicemente stupendo… un grossissimo complimento per Sandra Carresi…
    Ciao… baci…
    giorgia

  7. Scrivi molto bene ed hai fantasia ma non ti sembra che la soluzione sia troppo semplice o l’indagine troppo rapida?

  8. Complimenti per il racconto, molto travolgente. Mi è piaciuto un sacco. Brava…

  9. Wow!!! Io adoro questo raccontoo!!! E’ fantastico, è straordinario.

    Ti auguro buona fortuna a scrivere un altro racconto bello come questo!!!!! Complimanti Sandra Carresi

  10. Anche se sono un ritardatario ti faccio i miei più sentiti complimenti!
    Mi è piaciuto moltissimo…
    Ma dove fabbrichi tutte queste idee?

    Continua così, Sandra.

    Alberto

  11. Per Alberto

    Dove fabbrico le idee? Probabilmente ho una mente un po’ fantasiosa, forse ero una di quelle compagne di scuola a cui passavano i bigliettini di matematica…..
    Grazie della lettura

  12. Racconto fantastico ottimo lavoro!
    Ti auguro di fare tanti altri racconti come questi.
    Brava!
    Un saluto
    Marco

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