C’é stato un tempo in cui consideravo il lago un luogo triste. Oggi lo vedo con occhi diversi. Probabilmente perchè do un significato diverso a ciò che si intende per godimento, soddisfazione, gioia e liberazione.

Angera, Lago Maggiore, visitata con la guida sapiente di Anna e suo marito Alberto, é un piccolo paradiso terreno verde, a volte piovigginoso, ma quando il sole esce col suo splendore, il lago da verde diventa d’oro. Ad Angera, ai piedi del letto si stende un soffice tappeto con erba all’inglese, tagliata curatamente, dove la gente si stende con gli asciugamani e si bagna nel lago, assieme ai due bellissimi cigni e a tanti anatroccoli beige. Sul lungolago c’è la ghiaia che entra nei sandali ed é meglio passeggiare con scarpe chiuse onde evitare brevi attacchi di nervosismo in un posto così rilassante. Tanti piccoli bar con tavolini, invitano il turista e gli abitanti all’osservazione di tale bellezza e meditazione. Fra grossi alberi di felce e oleandri bianchi e rosa l’occhio osserva curioso i battelli che fanno il giro del lago. Sarei potuta stare ore in silenzio, seduta in una di quelle panchine di pietra ad osservare il viavai dei battelli, delle imbarcazioni, della gente, passeggini, cani, ed osservare dietro i loro volti cercando di indovinare le loro storie, la loro vita, cullata dall’acqua, respirando quell’aria un po’ umida, inebriata negli occhi e nella mente dal verde degli alberi, dell’acqua in contrasto all’azzurro o al grigio del cielo, a seconda delle giornate, accettandole tutte con gioia e serenità.

Fare il giro del lago, fra l’altro, totalmente alberato, in una bella giornata di sole é appagante quanto faticoso, ma sicuramnete vale la pena di vedere tali bellezze e costruzioni, perché un altro profumo che si respira in quei paraggi é quello antico e storico, con le sue pietre e le sue rocche. Palazzo Borromeo, all’Isola Bella, parla da solo la sua lingua nella sua costruzione barocco con all’interno il suo splendido giardino all’italiana; l’isola di Pescatori, con le sue viuzze strette, tutte in salita, i suoi pescatori, isolani laboriosi con i loro tanti ristoranti di pesce del lago; l’austero Monastero di Santa Caterina, aggrappato alla roccia calcarea , con le sue lunghe suggestive scalinate; mistero, pace, e silenzio.

Poi, Stresa, diversa, brillante, turistica, variopinta, vanesia, affollata.

Ed i miei amici, Anna ed Alberto, con cui ho condiviso giornate piacevoli di chiacchierate, pettegolezzi tipici delle donne, sugli abitanti del luogo, sugli incontri che ogni essere umano può fare, sugli scontri che rendono l’uomo piccolo piccolo, ed ho cercato di comprendere come le emozioni di un cielo grigio, di una giornata buia e piovosa, lo scorrere a volte lento e piatto, a volte increspato e veloce dell’acqua possono vestire l’animo di una donna come me, amante del mare, del sole e della confusione. 

 

3 pensiero su “Il lago ed il suo fascino”
  1. Un racconto dai toni delicati e riflessivi, che trasmette quel senso di pace, serenità e piacevole condivisione provate dall’autrice.
    Conosco quella zona del Lago Maggiore e quando posso ci torno volentieri, perchè avverto una sorta di scambio energetico quando mi fermo ad osservare la placidità delle sue acque.
    Anche se non è il mare, immenso e magnetico, anche il lago, con le sue atmosfere rarefatte e la sua storia, ha un particolarissimo fascino.
    Se posso permettermi, e se ne avrai l’occasione, ti suggerisco di andare al lago d’Orta, non molto distante da lì, dominato dall’isoletta di Orta San Giulio.
    Ciao

  2. brava, ne hai colto lo spirito e te lo dice chi di lago vive….
    anna

  3. …mi piacerebbe conoscere quelli che passano di qui….
    mandatemi una mail.
    anna

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