E’ passato un secolo da allora. Ricordo che camminavo ignara del tuo sguardo sui miei capelli neri, non sentivo il tuo respiro appena dietro il mio collo nudo. Il vento mi muoveva le ciocche, ondeggianti sulle spalle appena coperte da un sottile velo di chiffon che, impertinente, volò via costringendomi ad inseguirlo. Ed eccolo sulla tua mano, ad aspettarmi. Grazie, fu quello che dissi con un leggero sorriso. Tornai a camminare, tendendo l’orecchio per ascoltare il tuo passo allontanarsi; solo il silenzio dietro di me. Mi voltai e i tuoi occhi mi riempirono l’anima. Tutto lì intorno cominciò a ruotare, sempre più veloce, fino a scomparire al mio sguardo e alle mie orecchie. Solo io e te su quella piazza sempre così gremita ma ora improvvisamente solitaria. Non so cosa sia successo in quell’attimo di silenzio, ancora oggi non so spiegarmelo. So solo che nulla avrebbe potuto impedire quello che poi è stato. Ignorando etichette, regole e ogni tipo di barriera, ci siamo amati con una passione che non conoscevo e che mai più mi è stato dato di incontrare. E ieri la tua carezza sulla mia spalla, solo un saluto, dopo tanto tanto tempo. Non posso non dirti che mi sono voltata e ti ho rivisto in quella piazza e che i tuoi occhi erano ancora, di nuovo, dentro l’anima. Stavolta però sono fuggita via, lontano, abbastanza lontano da non poter sentire il silenzio del tuo stare immobile dietro di me…

 

5 pensiero su “Via, lontano”
  1. quando leggo scritti sull’amore, mi chiedo sempre se la felicità stia nell’appagamento del momento o nel riconoscere se stessi e il proprio valore, operando una scelta e un distinguo tra sè e l’altro che può concedere un sogno fugace e nulla più.
    personalmente non credo all’amore come palpito, ma come progetto e come te rifuggo dallo stordimento che impedisce di vedere chiaro.
    eppure chi mi conosce dice che ho un animo romantico…
    ben scritto.
    ciao
    anna

  2. Grazie Anna, grazie Sandra. Credere per un attimo al palpito dell’amore fa bene, aiuta a far vivere il cuore come bambino. Un progetto d’amore in vista di una vita è ben altra cosa. Lo stordimento di cui tu parli, Anna, è quello comunque per cui vale la pena vivere una storia. Ma una volta è più che sufficiente, anche se , credimi, vorrei ancora provare quelle emozioni!
    Mary

  3. vorrei rivivere ancora quegli infiniti attimi in cui tutto si stravolge… È un racconto molto ben scritto e molto coinvolgente! Mi ha richiamato alla mente quelle sensazioni uniche! L’amore è un rischio che vale sempre la pena di correre 🙂 brava mary! Complimenti!

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