Quello sguardo
ha l’acidità del giorno
e l’amaro punge
come quando hai in bocca il sale
e sai che non è il mare
a straripare la tua vita,
ma acqua rancida
di vecchie tegole.
Quello sguardo
è uno spavento
sotto le ciglia,
radice disseccata di memoria,
è sabbia mobile,
fracasso muto e tuono.
Quello sguardo è il mio.
Gusto di corteccia
spalmato sulla lingua
ed io
l’inghiotto!
Quello che mi è sembrato di capire è l’insano gusto della trasgressione contornato da un accenno di masochismo. Non male.