Non mi redimo.
Ancora alle falde del giorno che gocciola piano, restando appesa all’umore mutevole dell’alba.
Non desisto dal chiamare le nuvole per far piovere.
Perché bagnino la mia vita e la lavino dal timore.
Non redimo le mie mani che scavano nel profondo fino alla terra più umida.
Non resisto a gridare col fiato sull’orlo del pianto perché scuota le querce e crepi le vetrate di questa prigione.
Sotto le dita solo il senso della verità che nessuno più cerca.
Non mi redimo dal conquistare la libertà, anche solo di essere consapevole e disillusa.
Molto bella, il senso della vita cercato, la prigione, la profondità.