Vola con me,

insegnami

la via della notte,

umida, buia

e solitaria,

le sue piccole luci,

quel cielo

di piombo

e

gonfio di nuvole nere,

squarciato da luci di lampi

seguiti dal fracasso dei tuoni,

oppure,

mantello stellato, 

illuminato da una luna,

sempre la stessa,

puntualmente vanesia.

Ti farò conoscere

l’alba,

la sua nascita,

i suoi colori,

la luce calda del giorno

e la via

del ritorno.

 

10 commenti su “Vola con me”
  1. che bella poesia!
    ammiccante, dolce, ricca di immagini e di promesse.
    come sempre sei bravissima, hai una facilità di scrittura e di resa rara.
    anna

  2. Ciao, in pochi minuti mi hai fatto alzare in volo, vedere le metamorfosi del cielo che descrivi, passare attraverso il temporale, la notte, l’alba, e tornare a terra con un senso di serenità. Complimenti davvero!

  3. Sandra, questa poesia è bellissima. Per come la interpreto io, vedo un bisogno di capire la profondità di questa persona che conosce la “notte” e l’invito da parte tua a vedere la luce, i colori, e a ricominciare. Comunque sia, in questi versi evince la tua grande sensibilità. Sei bravissima (scusami se ho dato un’interpretazione personale alla tua poesia, ma mi è proprio arrivata al cuore) ciao da Betta

  4. Ho colto nelle righe di questa tua bellissima poesia un grande senso di speranza.
    La luce prevale sempre!
    Molto bella.
    Ciao. QS-TANZ.

  5. X Betta
    Grazie tante per la lettura ed il commento.

    A mio avviso, la poesia é come un abito senza taglia , se piace, lo indossi e come per incanto, si modella alla tua persona per vivere la realtà poetica che più ti aggrada.
    Un Bacio.
    Sandra

    X QS-TANZ
    Grazie.
    Sandra

  6. Nel leggere la tua poesia credo di aver volato anch’io, per qualche istante, attraverso il cielo prima plumbeo, poi in tempesta e infine caldo e luminoso di un nuovo giorno.
    Un viaggio dell’anima, brava davvero.

  7. La notte non conobbe mai il giorno, ed il giorno non riuscì mai a conoscere la notte. La luna raccontò all’uno dell’altra perché percorse nel suo vagabondare entrambi e perché imparò a parlare loro. L’uomo, purtroppo, deve ancora imparere a parlare col suo simile.
    Ma credo che nel linguaggio della tua poesia, tutto sia possibile.

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