– Ore sette: mi devo alzare; il solo pensiero mi annienta.
Sarà ancora una giornata molto triste e faticosa.
Bisogna lavarsi, vestirsi e fingere di mangiare.
– Ore otto e trenta: sono arrivata al lavoro, l’impegno è enorme per me. Il fisico non ce la fà.
Ma con le energie nascoste, chissà dove, la giornata finisce.
– Ore venti: ho preso l’abitudine di andare a mangiare in sala, così non sono controllata (almeno mi sembra). Non riesco, lo stomaco non esiste, quindi il cibo non può entrare.
Perchè avrete capito, sono mesi che non riesco a mangiare.
Peso 38 kilogrammi. Non capisco cosa mi succede, devo chiedere aiuto.
Finalmente un bravo dottore diagnostica: ANORESSIA!
Non so cosa vuole dire questa parola, non la conosco. Lo capirò sulla mia pelle.
Bisogna andare da uno specialista, uno psichiatra.
E sarà il primo di una serie.
Vengo ascoltata e auscultata.
Non so rispondere a tutte le domande. Non è facile fare una diagnosi.
Il percorso sarà lungo e durissimo.
Non è facile stabilire perchè, ad un certo punto della crescita, il corpo si rifiuta di mangiare, di conseguenza, di crescere.
Perchè di questo si tratta: bisogna diventare adulti.
Cosa voglia dire diventare grandi, io non lo so! Oppure non lo voglio sapere.
Il mio ruolo ancora non è definito. “Comincia l’analisi.”
Le domande dello psicologo sono su tutti i campi.
Non è facile rispondere. Non è una regola matematica: ti è successo questo, allora sei così! Magari. Nonostante tutto questo, le cose non cambiano, anzi.
La giornata è sempre scandita dal terribile pensiero: MANGIARE.
Come altre persone, che soffrono di questa patologia, sanno che è una cosa devastante.
Non riesco a inghiottire altro che un formaggino o un piccolo pezzo di pane, in una sola giornata.
Ti continui a pesare e non ti rendi conto che 38 kilogrammi non sono un peso normale.
Ti guardi allo specchio e non ti rendi conto che non sei bella.
Poi si aggiungono altri problemi. Non riesci più a condurre una vita “normale”.
Molte volte l’anoressia è accompagnata da altri disturbi.
Angoscie e attacchi di panico, che ti misurano la vita.
Non riuscivo più ad uscire di casa, se il percorso superava poche centinaia di metri, dico metri, non kilometri.
Una morsa si aggrappa al cuore e credi di morire ad ogni minuto.
Non riesci più a respirare, hai fame d’aria.
Uno di questi problemi è anche l’alcolismo, che permette di liberarsi da certi conflitti interiori.
Le persone che ti sono vicine, se non hanno una particolare sensibilità, non possono aiutarti.
Ma io credo che solo uno specialista, e non solo uno, possa iniziare il lavoro di ricostruzione della tua personalità e della tua crescita interiore.
Altro capitolo negativo dell’anoressia, è il sesso.
Quasi un’equazione: sesso uguale a donna.
E ciò non è giusto, perchè non sai ancora se vuoi essere donna. La cosa ti terrorizza.
Quindi rifiuti una delle cose, credo, più belle della vita: innamorarti.
Tu lo vorresti, ma capisci che non ce la fai.
Intanto il percorso psicologico va avanti, ma non vedo tanti risultati (lo attribuisco alla paura di cambiare), perche, sembrerà strano, ma anche se si sta male, hai paura di modificarti.
Passano lunghi mesi molto faticosi. E il corpo si degrada sempre di più.
Provo anche il vescovo guaritore, la mistica, che dicono faccia miracoli.
E passano anni di non vita.
Sono veramente distrutta, l’unico mio rifugio è il dormire. Altro non farei.
Poi finalmente, non ricordo come e quando, ad un pranzo mi accorgo di avere voglia di mangiare.
Con meraviglia mangio qualcosa con gusto.
Queste riflessioni le faccio dopo anni, ma al momento non mi rendo conto del meraviglioso cambiamento che il mio corpo mi chiede.
Una cosa che tutti fanno: mangiare.
Perchè se non vuoi morire, devi mangiare.
Ma l’anoressia ti porta a questo.
Prima si muore nell’anima, poi si muore nel corpo.
Non è un pasto che cambierà il mio percorso di vita, ma è un grande inizio.
Le cose sono andate sempre meglio. Con tante ricadute.
Ancora adesso, dopo anni, sono seguita da uno psicologo.
Ma vorrei dire che la vita è stata molto pesante. Non ho fatto quello che avrei voluto fare.
Ancora adesso non faccio sempre quello che desidero.
Ma almeno vivo!
Consapevole che sono una persona labile, molto sensibile, che affronta con difficoltà i gradini della vita.
Una persona pronta ad aiutare chiunque si trovi in difficoltà.
Quindi deduco che il mio destino, era questo.
Ma non voglio lamentarmi, credo che se non avessi conosciuto il dolore, forse non avrei assaporato le piccole cose che ogni volta riuscivo a conquistare.
Le mie riflessioni, molto concise, sul percorso di una anoressia, siano di aiuto e di sprone per altri che stanno attraversando la stessa malattia, perchè di questo si tratta. Però non disperate, ce la si fa!

 

11 pensiero su “Fame”
  1. Un racconto di donna, di grande coraggio e d’amore verso il proprio Io. La penna può essere una compagna affidabile e di grande conforto oltre ad essere un mezzo, come hai fatto tu, per infondere aiuto e coraggio verso chi si é incontrato con l’Anoressia e ancora non ha vinto questa battaglia.
    Un abbraccio e a presto leggerti.
    Sandra

  2. cara amica,
    io vivo il problema opposto sono quello che gli altri chiamano “cicciona” ti capisco anche se il mio problema non è uguale al tuo tuttavia spero che ce la farai VOLERE è POTERE
    UN BACIO CHIARA

  3. Leggendo il tuo racconto, sono riuscita a scrivere un racconto su un mio grande problema, il tuo coraggio mi ha spronato a farlo. Grazie mille

  4. Difficile scegliere le parole per commentarti, cara Rina.
    La maggior parte delle tue frasi si staccano dal racconto ed entrano nel flusso di pensieri del lettore, non senza dare un certo stimolo al pianto.
    La parte finale però fa capire che in qualche modo ancora indecifrabile, il sole è entrato di nuovo nella tua vita, cosa che mi riempie di gioia.
    Credo che la consapevolezza di essere labili sia difficile da raggiungere, ma importante. Labile non significa debole, penso sia molto peggio essere deboli. Tu non lo sei.
    Ci vuole una forza interiore enorme per riuscire a scrivere una pagina come questa. Ti confesso che non ne sarei in grado.
    Ti ho letto per caso, sono all’estero per alcuni mesi e non avevo più controllato raccontioltre. Come sempre quando faccio un’entrata casuale, un titolo mi cattura e devo leggere.
    Ancora una volta ho letto un grande regalo.
    Grazie.

  5. Cara Rina, che grande coraggio che hai, devi essere una gran donna. Sono felice che sei riuscita a trovare quello spiraglio di luce che ti sta tirando fuori da questo buco nero, il tuo racconto sincero è scritto con grande bravura, è una speranza per quelle persone che ancora, sono nel tunnel dell’anoressia. Un abbraccio da Betta

  6. cara chiara fatti sentire, mi farà piacere rina
    grazie anche a claudia

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