Ho fatto un viaggio breve,

ma la mia anima no.

E’ tornata indietro,

nel secolo passato

ed ha ricordato

un luogo felice di chiasso,

di fresche risate, di sole, di grano,

in compagnia di cari amici,

di cibo, di pane e di vino.

Lo stesso luogo,

poco tempo dopo,

bagnò il mio viso di lacrime,

il cuore fece conoscenza

con la prima sofferenza.

Non é stanca la mia anima,

e sussurra, forse…

tanta pena fu necessaria

a crescere per arrivare

all’io che oggi sei,

e le tue preziose lacrime…,

conchiglie luminose,

silente natura

sul bagnoasciuga.

 

5 pensiero su “Camminatrice dell’anima”
  1. Il primo dolore che ricordi chiaramente,
    la freschezza di un viaggio che sapevi di voler compiere.
    Alle volte il tornare indietro ci fa pungere dalle spine della memoria: sono però quelle piccole ferite che ci permettono, come dici tu, di crescere per quello che poi diventiamo.
    Bella.
    Ciao. QS-TANZ.

  2. La vita è un cammino disseminato di “conchiglie” luminose, servono proprio ad indicare quanta strada abbiamo percorso e quanto siamo cresciuti e maturati da quel giorno lontano che ci ha visto muovere i primi passi…
    Un caro saluto

  3. Sono pienamente d’accordo, la sofferenza fa crescere, riesce a dare una profondità d’animo che ti fa vedere le cose e le persone da un ottica diversa. Sei brava, come sempre, e questa poesia è molto bella. Ciao da betta

  4. tutti i momenti che abbiamo vissuto ci rendono quelli che siamo.
    inutile negare che anche il dolore ci è servito a modellare la coscienza e il modo di sentire.
    per questo è bello vivere.
    ciao
    anna

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