Il passato è passato.
Basta.
Non c’è più.
O, almeno, non dovrebbe esserci più.
Ripensare al passato senza tenere conto dell’attualità del presente è un errore.
Così come non possiamo costringerci ad amare ciò che ci è avverso o come non possiamo costringere ad amarci chi ci ha relegato nel suo passato, altrettanto ci deve salvare l’idea che il trauma del dolore, della difficoltà, della ripulsa non ci appartiene più.
La delusione, la difficoltà, la sofferenza, la sconfitta è in un altro tempo, appartiene ad un’ altra storia, ad un’altra dimensione, anche se la storia è nostra e quel tempo è stato nostro, perché noi non siamo più quelli di prima. La vita ci ha cambiati.
Il tempo che passa ci rende persone diverse, ci arricchisce di un’esperienza in più e, se ci  soffermiamo a pensare,  quel momento di vita, quell’esperienza non sarà più ripetibile, persino qualora stessimo ricordando momenti felici, perché la vita dell’uomo non è un’espressione algebrica, sempre uguale nelle sue leggi risolutive, ma è qualcosa di splendidamente sempre diverso e imprevedibile.
Non credo che si possa riamare la persona che un giorno abbiamo deciso di non amare più, perché non siamo in grado di dimenticare del tutto sia l’amore sia il dolore che c’è stato.
Possiamo amare un po’ di meno o un po’ di più, possiamo smettere di amare e ricominciare ad amare, ma non possiamo passare dalla pietra tombale posta su una storia d’amore al ritorno di fiamma, perché se questo succede, vuol dire che niente era stato concluso definitivamente.
La sofferenza della vita che appartiene a tutti, anche a coloro che crediamo più felici di noi, e il ricordo di essa, a qualunque causa sia  essa imputabile, col passare del tempo trova una sua ragione, un suo spazio, un suo luogo.
Allo stesso modo di un amore finito, anche la sofferenza finisce.
Finisce in noi e con il noi che eravamo prima.
Il “panta rei”, tutto scorre, di Eraclito ha questo significato.
E’ un invito a guardare avanti, a pensare che un altro giorno ci aspetta, che la vita è vita e che è nostro diritto viverla appieno.

14 commenti su “Il passato”
  1. La tua profondità lascia sbalorditi.
    Grazie per averci regalato i tuoi pensieri.

  2. Una linea che condivido in pieno, raccogliere l’invito a guardare avanti, lasciare il passato alle spalle, e aggiungo almeno per me, spalancare le finestre delle stanze chiuse, ossia del passato, solo per riassaporare quello che di buono é esistito, ne ho fatto tesoro rafforzando la mia struttura caratteriale.
    E’ un piacere legerti, carissima.
    Sandra

  3. Condivido pienamente le tue riflessioni Anna, anche se purtroppo spesso accade che il passato sia pesante come un grosso macigno che si ha legato al piede, come un freno tirato che ci impedisce pur volendo, di avanzare anche a piccoli passi verso il presente. (Questa è una riflessione assolutamente personale, che purtroppo mi appartiene).
    Un saluto con affetto
    Alice Rainbow

  4. Ciao anna!

    Allora… sarò sincero:
    personalmente mi sembra troppo contorto come racconto, ed anche poco originale… tendi a formalizzare quelli che sono concetti abbastanza diffusi, e il che non è male, in quanto nella storia i formalizzatori servono!

    Tu dici che la vita non è un’equazione algebrica:
    io tendo a dire che è una grande X, e che la nostra abilità consista nel sapere calcolare giorno dopo giorno, e riprovare ogni qual volta i conti non tornano…

    ciao!!
    Vincenzo

  5. Ciao anna lo scritto, seppur spronante alla positività, suona come un insegnamento filosofico. Da questo punto di vista, non lo condivido perché ognuno di noi ha il suo vissuto e la sua filosofia di vita. Il movimento positivista non è stato il punto di arrivo di alcuna filosofia, né l’ultimo baluardo del pensiero umano. Saluti…

  6. Ciao Anna, un libro a me caro messaggio dai maestri, scritto da Brian Weiss racconta di una famosa storia in cui una madre entra nella stanza dei figli, e trova quello di quattro anni aggrappato alle sbarre del lettino del fratellino più piccolo.
    “Devi raccontarmi del cielo e di Dio” il bambino implora il fratellino. “Sto iniziando a dimenticare!”
    Edo

  7. Carissimi Francesco e Vincenzo (dal cuore che batte per sentimenti diversi, bello questo modo di vedere le cose! vuol dire anche essere aperti al mondo e alla sua meraviglia),
    leggo i vostri commenti e penso a quanto siano differenti i modi di sentire e di vedere le cose….
    ho pensato di scrivere questo testo (che è una riflessione, non un racconto, visto che non ha trama e personaggi e che tratta un argomento che altri hanno già in altro modo e per altri fini trattato, ma evidentemente non sono riusciti a fare breccia), perchè mi colpisce leggere quanto i poeti scrivano di amori finiti e di sofferenza d’amore.
    Forse perchè posso voltarmi indietro e sorridere di molti dei miei struggimenti, ricordando solo ciò che di buono mi hanno lasciato, desideravo dare un incoraggiamento a pensare che il futuro è lì che aspetta e non è detto che non riservi tante cose belle e forse addirittura migliori.
    Solo questo.
    ciao
    anna

  8. Infatti. Se fosse stato un racconto forse anche io avrei detto che era poco originale e che tendeva a formalizzare concetti già espressi. Ma poiché è una riflessione scontata non può essere, non si può definirla tale, può essere solo comune. Perché i classici ti costringono a interrogarti, a porti delle domande esistenziali che nessuno può evitare (o quasi) … poi ci possono essere delle risposte diverse, delle modalità di risposta differenti, e questa modalità e queste risposte io le ho apprezzate molto. Complimenti Anna.

  9. Ciao Anna, mi piace molto questa tua riflessione, la condivido in pieno, il passato fa parte della nostra vita, ma non si può vivere nel rimpianto, nella ricerca di quello che è stato. A volte si cade in questa trappola, vivere nel dolore passato, perdendo di vista quello che invece la vita ci dà. Da leggere e soprattutto da seguire la tua riflessione. Ciao da Betta

  10. Brava, brava, brava… è un meraviglioso pensiero. Un abbraccio.

  11. La sofferenza ha una sua ragione, anche io la penso così, non la si vive per caso, bisogna coglierne il significato e in questo modo ci rafforza e ci rende persone migliori, più complete. Il nostro passato è passato, giusto, niente rimpianti, ma nello stesso tempo è sempre con noi, nell’ espressione del volto, in uno sguardo, ci ha cambiati e condiziona ogni pensiero, scelta ed ogni incontro che oggi facciamo. Brava, complimenti

  12. “La vita a volte ci resta così segnata
    che diviene decisamente impossibile
    riuscire a rimarginare i solchi scavati nel cuore,
    …il tempo è ottimo amico”

  13. Ciao Anna, sono Sentieri di carta. Come ti ho scritto in risposta al tuo commento al mio articolo avevo piacere di leggere la tua riflessione e finalmente l’ho trovata. Bene, intanto ti faccio i miei complimenti, davvero dei bei pensieri. Hai ragione il passato è un tempo concluso. Gli spazi che il passato scava nella nostra vita vengono ricolmati dalla vita stessa. Tutto passa e il senso resta portandocelo sempre con noi. Complimenti 😀

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