Bella, una splendida Leon Berger di appena un anno era al suo primo calore. Se ne stava sotto il pergolato della sua abitazione a godersi l’ultimo sole di settembre. I proprietari, una bella famiglia, genitori con quattro figli piccoli, erano momentaneamente assenti. Da poco tempo faceva parte del nucleo anche un micino di due mesi, la bestiola prendeva il sole in giardino sull’erba e stranamente, contro la legge di natura che li vuole nemici, la cucciolona ed il micino erano in perfetta sintonia fra di loro.

Rita, la vicina dirimpettaia, osservava piacevolmente l’eleganza di Bella, anche se al momento doveva stare molto attenta al suo cane, Rudy, un magnifico esemplare di Pastore Australiano, che solitamente non degnava di uno sguardo Bella, ma considerando il periodo di calore, sembrava indemoniato.

Poi, improvvisamente e Rita non credeva ai propri occhi, vide accanto a Bella un lupetto, che subito riconobbe come Arturo, il meticcio che solitamente faceva da solo il giro del caseggiato, passeggiava dritto  senza distrarsi e poi rientrava. Abitava in una strada vicina laterale ed i proprietari per incosciente opportunismo mantenevono da sempre questa discutibile abitudine del cagnetto .

La donna si chiedeva come potesse aver fatto ad entrare nel giardino, superando ben due cancelli, quello d’ingresso e quello che separava il pergolato intorno  alla casa; probabilmente doveva essersi schiacciato fino all’impossibile ed essere riuscito a passare fra le sbarre, mentre atleticamente doveva aver saltato con slancio il secondo cancello. Ben presto si accorse che Arturo sapeva il fatto suo e Bella era piacevolmente presa dalla possanza del lupetto. Provò a chiamarlo, a distrarlo, tenendo chiuso in casa Rudy che abbaiava continuamente, ma Arturo e Bella continuavano il loro connubio.  Un rotolio continuo, una ricerca instancabile fra le due bestiole nonostante la grande differenza di stazza perchè  Arturo era solo un lupetto piuttosto piccolo, asciutto e, a quanto pare, agilissimo e scaltro nell’entrare nelle abitazioni altrui mentre  Bella, alta, magra, assomigliava ad una giovane leonessa.

Rita decise di andare a far visita ai proprietari del cane pur non conoscendoli affatto, ma sapendo dove abitavano.

Di lì a poco assieme a Rita arrivò una giovane donna che inutilmente iniziò a chiamare Arturo. Non riuscivano a capire da dove fosse entrato e la bestiola in quel momento non era capace o non voleva uscire da nessuna parte.

Quando infine arrivò il proprietario di Bella, per la verità piuttosto imbelvito alla conoscenza dell’accaduto, venne fuori anche il profilo di Arturo. Si scoprì che era un cagnolino di dodici anni, con precedenti attività sessuali carpite ad altre tre cagnoline, tra cui una  resa madre di ben dodici cuccioli, collocati con notevole fatica presso famiglie amanti di animali.

Al momento non sappiamo se Bella è rimasta pregna, ma una cosa é certa, in caso positivo, ci adopereremo nel vicinato in un lavoro di squadra per sistemare tutti i nuovi eventuali arrivati. Nel frattempo, il “maturo” dodicenne sarà  sorvegliato a vista, data la sua esuberante attività sessuale. Captando quella fraganza nell’aria nei pressi dell’abitazione di Bella sapeva benissmo, l'”esperto”, cosa avrebbe trovato, e credo che comunque, qualsiasi altro suo simile, anche se inesperto, se fosse stato da solo, non avrebbe avuto difficoltà a saltare ogni tipo di cancello, perché quello della natura é un richiamo irresistibile che non può non essere raccolto.

Ho la sensazione che Arturino si é giocato la sua autonomia nell’uscite solitarie e quotidiane, cosiderando il cospicuo conto del veterinario presentato ai proprietari del cane, ma ad Arturo poco importa, sicuramente, se potesse parlare ci direbbe: ne valeva la pena…

 

4 pensiero su “L’irresistibile fragranza della femmina”
  1. …non solo il mondo degli umani ha i suoi racconti eros
    se potessero scrivere, sai che turbamenti….!
    un sorriso.
    a.

  2. Ciao Sandra, molto carino il tuo racconto, mi è molto simpatico Arturo, che, nonostate l’età, l’ha fatta in barba a tutti, soprattutto al povero Rudy… Con simpatia… Betta

  3. Lasciamo agli animali almeno una traccia del loro primordiale istinto.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *