Seduto su una sedia

circondato da gente

in quel locale affollato

mi sembra di soffocare

all’improvviso mi manca l’aria

affogo tra le loro parole spente

le risate insignificanti

le povere cose che dicono

mi sento un intruso

un forestiero

un indesiderato

non sopporto le loro facce

i vestiti, le scarpe, gli orologi, i cellulari, le grappe,

i caffè, i ciao, i baci,

la felicità

l’umanità

ho bisogno di emergere

perché i polmoni non resistono

la mente non registra più nulla

io non reagisco

tutto mi è indifferente

così mi alzo e me ne vado

la sera mi accoglie con uno

schiaffo in faccia

aria fresca

finalmente

sto da solo

con me stesso

e torno a respirare

 

4 pensiero su “Torno a respirare”
  1. Ciao andrea, c’è molta malinconia nel finale del tuo racconto; torni a respirare perchè sei finalmente solo… ma credo di capire che tu avessi avuto un attacco di panico quando ti trovavi con quelle persone e questo ti ha fatto vedere in maniera distorta il vero piacere di stare fra la gente credo.

    Un saluto con affetto…
    Alice Rainbow

  2. Ciao Andrea, è molto bella la tua poesia, un pò amara anche. Penso di aver capito che la tua insofferenza è su un certo tipo di persone, quelle superficiali, quelle presuntuose, che dicono tanto e non ti lasciano niente (o quasi) e allora si sta meglio da soli, ma per fortuna l’umanità non è tutta così… Comunque, sei molto bravo a scrivere, complimenti. Ciao da Betta

  3. Grazie ad entrambe per i commenti… Betta sei troppo buona!! e hai colto quasi del tutto il senso della poesia.
    Ciao, un bacio.

  4. ciao Andrea, forse non eri lì per caso, sai ogni tanto fa’ bene andare in luoghi dove tutto è diverso dal proprio pensiero, questo ci permette di riflettere e di esporci anche se a volte ci considerano marziani alla ricerca di chissà che cosa.
    Mi auguro di aver capito qualcosa del tuo scritto, noi vorremmo la semplicità.
    Edo

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