Un pianista nell’ombra,
fari sui tasti bianchi,
e si parte.
Alza lo sguardo
Sperando che qualcuno stia seguendo il suo ritmo,
ma sa che è solo un accompagnamento,
non il protagonista,
come quel tizio dietro il bancone,
famoso per i suoi drink.
L’artista all’angolo
E l’incapace sotto i riflettori,
uno a servire morte
l’altro a suonare la vita.
Tutti quando entrano salutano il giovane barman
E Nessuno stringe la mano al vecchio pianista.
Tutti ridono delle battute dell’alcolman
Nessuno applaude al maestro.
La serata si conclude,
la tastiera va a dormire sotto il velluto,
i bicchieri scintillano nel buio,
le luci socchiudono gli occhi.
Cappello in testa,
l’anziano scrittore prende la strada di casa,
saluta il giovane,
e, felice che l’aria si sia riempita di lui anche quella sera,
compone un nuovo pezzo,
sicuro che un giorno, nel mondo,
ogni cosa tornerà nel proprio ruolo:
la vita suonare fissa in mente,
e la morte piangere sola nello stomaco.
Ghiacciolino,
sei stato bravissimo!
amo queste poesie che descrivono ambienti e stati d’animo.
ho visto la scena, ho sentito la musica.
ero in disparte, non ho bevuto, perchè non sono abituata.
ma c’ero.
…non mi sono persa una virgola…
ciao.
anna
Bella forma e bel messaggio che però non condivido del tutto.
Insomma “anche i pianisti si concedono un bicchierino”, non credi?
Il Diavolo e l’Acqua Santa… non é proprio così, in fondo la musica lega bene con il drink, comunque, con gli occhi della mente ho visto la scena, ho percepito il profumo, tristezze e allegrie, quindi, Bravo.
Sandra
Certo che anche i pianisti se lo concedono… più che altro tendo a contrapporre un mondo (quello dell’arte) che viene messo da parte, ignorato, a discapito di questa nostra realtà in cui si esalta piuttosto qualcuno che beve e non conclude nulla dalla mattina alla sera. (tutto il rispetto per il bar man 🙂