Non ho simpatia per i piccioni, perché sono sporchi, perché pare siano portatori di malattie importanti, perché francamente li trovo bruttini con il loro capino ed il pancione, ma recentemente mi capita di vederli spesso spiaccicati in strada e me ne dispiace.
Mentre rientravo dal lavoro, ne ho visto uno proprio giù dal marciapiede, aveva il capo ritto ma non riusciva a muoversi, probabilmente doveva aver preso una botta, forse non mortale; provava a volare, ma rimaneva sempre lì. Non ho fatto assolutamente niente per aiutarlo, se fosse stato un gattino o un cane in difficoltà mi sarei resa utile senz’altro, ma non sono neanche riuscita a toccarlo, me ne sono andata lasciandolo al suo destino.
L’altro giorno guidando la macchina, uno di loro camminava nel mezzo della strada ignaro del pericolo; bruscamente mi sono fermata, col rischio di essere maledetta o mandata a fare la calza dal guidatore dietro di me, ho dovuto aspettare che l’ignaro volatile si decidesse a spostarsi e a lasciare libera la strada per procedere.
Possibile che non sappiano più volare? Possibile che siano stimolati solo dal cibo? Eppure una volta non ti potevi neanche avvicinare che erano già volati via lontano.
Ma se non interessa più il volo ai pennuti e pensano solo ad ingrassare, figuriamoci all’essere umano, così attaccato ai propri beni materiali! Per quanto mi riguarda voglio continuare a svegliarmi e sognare; c’é bisogno di magia, di alzarsi da terra, graffiare il cielo profumando l’aria con la nostra essenza, ritornare e raccontare che si può fare.
il troppo cibo inficia l’ascetica…
l’eccessivo attaccamento alla realtà allontana dalla fantasia…
è difficile, infatti, alzare il capo dal piatto e volgere lo sguardo al cielo quando si è troppo e solo concentrati su se stessi e sulla propria corporalità.
se un ‘”io” ipertrofico è il centro del nostro universo, è molto problematico lasciare spazio al “noi”.
è bene riflettere sempre su queste semplici verità che muovono l’universo dei rapporti umani.
brava, per la tua capacità di riportare l’attenzione e la riflessione dei tuoi lettori su argomenti spesso accantonati eppure essenziali al vivere a perfino alla convivenza.
ovviamente il testo è chiaro e di facile lettura per chiunque.
anna
I piccioni sono diventati come l’uomo medio. Ci hanno imbottito di monnezza e ora non sappiamo più volare. Bel componimento.
Riconoscere che siamo “malati” è un passo avanti per trovare la cura. Se continuamo a dire “va tutto bene, il mondo è meraviglioso” non troveremo mai la via della libertà. Schiavi di desideri imposti dal cosumismo, egoisti, ciechi, sordi a ogni stimolo se non prendiamo coscienza finiremo come i piccioni.
Io i piccioni li odio, mi fanno ribrezzo al pari dei topi e degli scarafaggi. 🙂
Ciao Sandra
Come molti altri uccelli, storni, taccole ecc. , anche i piccioni hanno scelto le città come loro grande, accogliente nido. Trovano caldo in inverno e cibo in abbondanza, ma anche le malattie, che poi possono trasmettere, per la mancanza di pulizia nel posto dove vivono. Altra storia i loro parenti colombacci. Non si adattano alle città ed ogni anno migrano dalla fredda russia ai paesi caldi in autunno e viceversa in primavera. Loro sono i colori dell’autunno nel cielo, loro sono i veri signori dell’aria. Basta poco per vederli nella loro maestosa volata ed imparere ad apprezzarli: basta stare col naso all’insù in cima ad una collina.
X Anna. Giusseppantonio e Sergio, grazie tante per la lettura ed i commenti, ci vediamo in volo.
Sandra
Ciao Sandra, che dirti, hai espresso perfettamente, la cecità con cui viviamo, concentrati solo ad arraffare quello che possiamo, è triste… Io la penso come te, preferisco volare, guardare oltre. Sei brava, come sempre. Ciao da Betta
Cerco di recuperare il tempo perduto… sono stata via troppo!
Come sempre bravissima! Hai la capacitá di indurmi alla riflessione, anche se, a quest´ora…
Con affetto
Tilly
Ciao, acuta osservazione. Secondo me ogni specie, ogni categoria di animali ha un preciso disegno biologico-evolutivo programmato da madre natura (Dio) e che può man mano nel corso della propria storia modificarsi in base alle cambiate condizioni climatiche o dell’ambiente in cui vivono. Così come il destino degli ippopotami, tra millenni o milioni di anni, sarà divenire specie totalmente acquatica, forse i piccioni diverranno semplici bipedi come le galline od altri pennuti che hanno rinunciato al volo. Questo dipende anche dal fatto che nessuno più li caccia o li spara. Non dimentichiamo neanche che l’uomo, come tutti gli altri animali, proviene dal mare come semplice forma vivente per poi evolversi sulla terra nel percorso che conosciamo.
Ciao…
Grazie Betta, sei dolcissima.
Ciao Tilly, mi sei mancata, grazie del commento e a leggerti presto.
Grazie Sal, per lo Stop di lettura e il commento.
Un saluto.
sandra
Sei veramente molto brava a scrivere, i tuoi racconti si bevono.
Da quello che scrivi sei un amante degli animali, ti senti in colpa per il povero piccione, però ho letto diversi tuoi racconti sulla caccia e pesca, scritti minuziosamente descrivendo pure le sensazioni, tuo marito è un appassionato e ti racconta tutto? O sei tu l’appassionata, sarebbe una cosa strana ma tutto può essere anche se mi sembra un controsenso.
Ciao
Giobello
X GIOBELLO
Ciao e grazie per la lettura e gli apprezzamenti. Mio marito pratica il sub ma non pesca, fotografa.
E’ stato cacciatore per breve tempo negli anni verdi. Io non sono né l’uno, né l’altro, sono però un’attenta osservatrice e ascoltatrice tanto da immedesimarmi, proprio come fanno i bambini. E’ una delle poche cose che so fare bene, oltre ad essere un’amante degli animali e in particolare dei cani.
Un saluto.
Sandra