Senza un minimo di rispetto
guardo le nuvole e le loro forme
e non so di cosa parliamo,
non so se mi parli,
non so se stanotte ti sogno.
E senza un minimo di rispetto,
scrivo sul vetro con il tuo rossetto,
e poi alito sui vetri per scriverti,
per farti sapere,
qualcosa in più di tutte le altre.
E mi dimentico di me stesso;
lascio che le strade non ascoltino
e perciò ti sussurro all’orecchio.
Senza un minimo di rispetto,
mi ritrovo in tasca i bigliettini
che ti avrei lasciato in borse
sempre più piccole e strane,
se solo avessi avuto mani
svelte ed intraprendenti;
indosso i miei denti perfetti
e le mie converse deflagrate,
giro per strada ubriaco,
guardo nelle auto
per cercare la conferma
di un dubbio che non tranquillzza.
Senza un minimo di rispetto
di te che canti ho
un ricordo perfetto.
Ed è l’unica rima.
triste, pensosa e gradevolissima.
in bocca al lupo!
ciao.
anna