La coltre s’abbruma
è sul vetro
e pare schiuma,
ebbro dell’etilo amico del cuore,
m’avventuro per le strade pensando al mio amore.
Ma d’un tratto la morte s’aggrappa alla sorte,
lo schianto è funesto
e mai più sarò desto.
Son solo uno dei tanti che vili e petulanti
gioirono in vita a cercar virtù eclatanti,
ma il dolore che rimase a chi mi amò febbrile
è come una croce, che fiorita al bordo di una strada,
ricorda che pure in morte mi riuscì d’esser vile.
Questa purtroppo é una realtà quasi quotidiana.
La vita é un bene prezioso, distratto e non vile, forse, é colui che prende atto di questo patrimonio solo in chiusura e forse anche lì non fa in tempo a capire. Molti pensano che la vita sia nelle mani del destino, io credo che una buona fetta é data dalla nostra cura e dal nostro stile di vita.
Cantare tutto questo pone molte riflessioni.
Bravo.
Sandra
Anch’io mi ritrovo spesso a pensare quali storie ci siano dietro quei cippi, quei mazzi di fiori posti a ricordo di incidenti mortali lungo le strade.
Con la vita appesa ad un filo, non riusciamo a pensare mai quali conseguenze ogni azione comporta.
Una lirica che induce a riflettere.
anna
Una bellissima poesia…complimenti. Hai trattato un tema molto doloroso e senza dubbio difficile da esprimere artisticamente. Tu l’hai fatto in modo eccellente. Bravo.
irene
Bravissimo, molto bella. Complimenti. Ciao da Betta
Personalmente non amo troppo la rima, però ammetto che sei riuscito a dare un bel ritmo, senza far perdere di profondità alla tematica dolorosamente attuale che hai affrontato. Bravo.
Un saluto
Katia
Bella poesia, mi ricorda un bellissimo e triste brano di Guccini: canzone per un’amica.Tema di drammatica attualità, su cui riflettere. Personalmente, sostituirei quel “vile” con incosciente, forse.
Bravo. Buona Pasqua.
Nico.C