Gocce di pioggia

su Milano

cancellano ferite,

rilassano ipnotiche

ogni mio movimento.

Ne scelgo una in particolare

mi sembra diversa, importante…

e già l’amo come mia.

Dentro di lei

mi sento perso,

eppure a casa.

Posso osservare

tra le mie dita

i legami di idrogeno

che come ossigeno le danno vita.

 

Liquido.

Ancora un po’.

 

Vetrine fredde ad ingrigire

l’autunno, dei pendolari delle firme.

Il tram che sferraglia

per una direzione non mia.

L’aria pungente

a traffiggere attimi

già spesi.

Mi alzo,

mi muovo.

Come lacrima rimpianta

…riparto.

 

Liquido.

Ancora qui.

 

7 commenti su “Liquido”
  1. Bella poesia, intensa e sentita fino all’ultimo. questi versi particolarmente riusciti: “Vetrine fredde ad ingrigire/l’autunno, dei pendolari delle firme./Il tram che sferraglia/per una direzione non mia.”

    Per il mio gusto personale avrei tolto gli ultimi due versi che fanno sfumare un po’ troppo il significato.

    Per il resto complimenti 😉

    Gaia

  2. Milano ha un fascino suo sempre, anche nelle pieghe di una giornata triste di pioggia.
    bisogna esserci nati per capirlo.
    ciao
    anna

  3. Anche questa é vita e nel suo quotidiano grigiore sotto le gocce, é stupenda, come lo é nelle giornate di sole. Non ce ne dimentichiamo.
    Ciao.
    Sandra

  4. Fermarsi un attimo per guardare dentro e fuori di sè, con uno sguardo liquido che scivola sugli oggetti e tra i pensieri… breve parentesi atemporale, attimo di lucida percezione, prima di tornare attivamente a rituffarsi nel fluire esterno delle cose.
    Bell’atmosfera.
    Ciao
    Katia

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