Gocce di pioggia
su Milano
cancellano ferite,
rilassano ipnotiche
ogni mio movimento.
Ne scelgo una in particolare
mi sembra diversa, importante…
e già l’amo come mia.
Dentro di lei
mi sento perso,
eppure a casa.
Posso osservare
tra le mie dita
i legami di idrogeno
che come ossigeno le danno vita.
Liquido.
Ancora un po’.
Vetrine fredde ad ingrigire
l’autunno, dei pendolari delle firme.
Il tram che sferraglia
per una direzione non mia.
L’aria pungente
a traffiggere attimi
già spesi.
Mi alzo,
mi muovo.
Come lacrima rimpianta
…riparto.
Liquido.
Ancora qui.
Bella poesia, intensa e sentita fino all’ultimo. questi versi particolarmente riusciti: “Vetrine fredde ad ingrigire/l’autunno, dei pendolari delle firme./Il tram che sferraglia/per una direzione non mia.”
Per il mio gusto personale avrei tolto gli ultimi due versi che fanno sfumare un po’ troppo il significato.
Per il resto complimenti 😉
Gaia
Milano ha un fascino suo sempre, anche nelle pieghe di una giornata triste di pioggia.
bisogna esserci nati per capirlo.
ciao
anna
Anche questa é vita e nel suo quotidiano grigiore sotto le gocce, é stupenda, come lo é nelle giornate di sole. Non ce ne dimentichiamo.
Ciao.
Sandra
Un’atmosfera di delicata malinconia.
Molto bella!
Complimenti!!
A volte il grigiore è solo nel nostro cuore….
Grazia
Molto bella e molto malinconica, bravo. Ciao da Betta
Fermarsi un attimo per guardare dentro e fuori di sè, con uno sguardo liquido che scivola sugli oggetti e tra i pensieri… breve parentesi atemporale, attimo di lucida percezione, prima di tornare attivamente a rituffarsi nel fluire esterno delle cose.
Bell’atmosfera.
Ciao
Katia