Mi chiamo Fausto. Fausto Collepalle. I miei capelli sono rossi. Le mie gote sono rosse. I miei occhi sono tendenti al rosso e persino i miei occhiali da vista sono rossi. Credo possiate da soli immaginare per quale partito politico tendo. E poi, dicono tutti, che quando faccio un discorso io, non ci sia possibilità di ribattere.
Era l’undici novembre quando decisi di farla finita…
Ah dimenticavo di dirvi, nella descrizione iniziale, che sono un soggetto molto indeciso.
Comunque tornando al mio suicidio… Non riuscivo a decidere circa il metodo (intendo quello da usare per togliermi la vita). Come dite? La motivazione? Beh diciamo che come avviene nella maggior parte di questi casi, avvertivo due piccole protuberanze crescermi ai lati superiori del cranio. All’improvviso l’illuminazione: mi era passata sotto gli occhi l’ascia che mi lasciò in eredità mio padre, macchinista delle Ferrovie dello Stato (lui si che ne aveva bisogno), la stessa che molte volte ho sbandierato per rimarcare il fatto che io, si, Proprio Io, non ho nulla a che fare con la concertazione politica di cui si fa portatrice la maggioranza!
Dunque è così che mi sarei tolto la vita. Dissanguato per una gamba mutilata… Una gamba mutilata grazie alla mia ascia. Però… Però… Mi serve qualcosa di più eclatante. Ecco, eureka! Poggerò la gamba sul corrimano del mio balcone e la lascerò cadere giù… Rimarrà come un dono, una sorta di reliquia per tutti quegli operai che ancora lottano contro le ingiustizie dei “padroni” dei giorni nostri… Ah quanto mi piacerebbe che la mia faccia comparisse in uno spot sul sindacalismo duro.
Qualche minuto di riscaldamento… Ehi, non abbiate tanta fretta, non scordatevi che non sto mica qui per criticare il mio amico Armando… No la situazione adesso è più seria, sto per togliermi la vita! Va bene, ci siamo: la gamba è ben posizionata manca solo… Zac…
Non ci posso credere, ce l’ho fatta, una volta tanto riesco ad essere coerente con i miei propositi!
Ma… che diavolo succede… Oh no! Il mio povero arto mutilato ha distrutto il parabrezza dell’auto parcheggiata qui sotto. E ora, che fare? Ci mancava solo questa… Adesso è me che dovranno finanziare, altro che la missione in Afghanistan!