Valerio era stato lasciato definitivamente da sua moglie Margherita, dalla quale non aveva avuto nessun figlio e si ritrovò in poco tempo a convivere con Raffaella, una bella ragazza coetanea, presentatagli, fra l’altro, dalla stessa Margherita.
Forse non era un grande amore, passionale e con grandi emozioni, ma stavano bene insieme, s’intendevano e si stimavano.
Raffaella aveva avuto una relazione “volante” con un qualcuno che non amava, una di quelle relazioni di “poca importanza”, finita però con una gravidanza; infatti, quando conobbe Valerio, era incinta di due mesi.
Escludendo subito l’aborto, fece presente a Valerio, fin dall’inizio il suo stato di gravidanza, ovviamente prima di andare a convivere, e Lui, fu così “gentleman” da accettare di buon grado la cosa e in seguito, volendo con Lei formare una famiglia, si prese la paternità del nascituro, mantenendo la promessa di padre per la vita.
Il bimbo, Alessandro, crebbe amato da entrami i genitori e adorato dai nonni, ignari di tutto. Alessandro era il frutto dell’amore dei due giovani.
Il tempo trascorse come in ogni famiglia, cadenzato tra il lavoro – Valerio era un dirigente di un farmaceutico e Raffaella commessa in un negozio di abbigliamento intimo – la scuola e lo sport per Alessandro.
Raffaella era orfana di ambedue i genitori, per cui i nonni paterni davano una mano nel seguire le uscite e i vari malanni dei raffreddamenti di Alessandro.
In quinta elementare Alessandro seppe che all’inizio dell’estate i suoi genitori avrebbero regolarizzato la loro posizione e si sarebbero sposati. Il ragazzo pensava alla bella festa che ci sarebbe stata e al viaggio in Spagna che avrebbe fatto assieme a loro. Era felice.
Purtroppo il vento spostò completamente questo programma.
Valerio viaggiando in Internet aveva conosciuto una donna di un’altra città ed era così iniziata una tresca. Quando Raffaella se ne rese conto e chiese spiegazioni, Valerio le rispose che di Gemma, l’altra donna, si era follemente innamorato, voleva andare a vivere da lei, salutando anche il proprio lavoro ed iniziandone uno nuovo assieme a Gemma proprietaria di una catena di negozi di articoli sportivi.
Il matrimonio andò a monte. I genitori di Valerio provarono a farlo ragionare mettendolo di fronte alle proprie responsabilità, alle conseguenze fisiche e mentali per il bambino, che preparato per una festa dove vedeva i genitori felici, avrebbe dovuto affrontare, invece, una separazione drastica, con una madre in lacrime ed un padre lontano in un’altra città.
Quello che avvenne dopo, credo, a mio avviso, sia la rappresentazione della miseria umana. Qualcuno ha definito il matrimonio o la convivenza “matematica finanziaria”, una tristezza ma anche una realtà, per alcuni.
Valerio vendette la sua casa e Raffaella prese in affitto un appartamento con Alessandro e naturalmente con l’intervento di un avvocato sistemarono economicamente le cose, ma Raffaella sul fatto che Alessandro dovesse andare ad abitare in certi periodi, più o meno lunghi in un’altra città con suo padre e la sua nuova compagna che il ragazzo neanche conosceva s’impuntò e non lo permise. Ci furono vari diverbi di cui non sono a conoscenza e la situazione divenne talmente grave che Valerio prese la decisione di rompere la sua promessa e disconoscere il figlio Alessandro.
E’ ciò che ha fatto: Alessandro adessso porta il cognome della madre.
Non ha più visto suo figlio. Alessandro sa che Valerio é suo padre e Raffaella ha lavorato molto bene per l’armonia del ragazzo, facendolo crescere sano nel corpo e nella mente, nessuno può fare un calcolo sulla sua sofferenza, non credo che sia quantificabile, ma é un bel ragazzo, studioso e molto vicino al suo insegnante di matematica che, in seguito é diventato il compagno di Raffaella.
I nonni paterni hanno forse perdonato il loro figlio che vedono e sentono poco. Sono rimasti vicini al loro unico nipote che adorano e che hanno seguito sempre nel suo cammino di vita.
Credo che nella vita sia possibile fare tanti cambiamenti, si può non rimanere fedeli alle proprie idee politiche; si può dividere una famiglia; fra sofferenze e gravi decisioni si formano le nuove famiglie allargate, ma credo che quando un”Uomo” prenda una decisione formulando una promessa nei confronti di un figlio, la debba poi portare nella tomba e debba questa morire con lui. Tutto ciò, non tanto per l’amore che lo portò un giorno a formularla nei confronti di quella donna che diceva di amare, ma soprattutto per il rispetto nei confronti di un essere la cui crescita e il cui diritto ad una infanzia serena sia la responsabilità primaria di un genitore, che abbia o no generato quel figlio, e che si definisca tale.
Non capisco perché Raffaella si opponesse al fatto che il figlio vedesse periodicamente il proprio padre.
A volte le reazioni umane e le relazioni umane sono unite da un fortissimo filo di bava di ragno, fortissimo ma distruttibile quanto invisibile. Non me la sento di condannare o assolvere nessuno, condanno solo la vita che a volte è strana e può essere anche molto più cattiva di quanto sia stata in questo caso.
Capisco anche la tua reazione ed il tuo punto di vista.
Comunque, brava come sempre.
In un altro tempo e in un’altra società i bambini sarebbero figli non solo dei loro genitori, ma anche del loro gruppo di appartenenza e il gruppo guiderebbe e condannerebbe certi comportamenti dei suoi membri in modo deciso.
Non so se per noi sia meglio o peggio, ma gli adulti che dovrebbero prendersi cura dei giovani, continuano a cercare la cosiddetta loro personale “realizzazione”, anche quando ormai dovrebbero aver conseguito capacità di giudizio e responsabilità personali.
Come dire che la generazione di mezzo e non solo quella, stenta a raggiungere la maturità di comportamento e la responsabilità delle proprie azioni, persa ad inseguire un benessere egoistico da conseguire a tutti i costi.
come se tutto ciò fosse poi la “felicità”, quando l’essere felici passa anche attraverso la felicità degli altri e non si riesce a sentirsi appagati, quando tale appagamento è costruito sul dolore altrui, a meno di non vivere non solo con pelo, ma almeno con pelliccia, sullo stomaco.
le sfaccettature della natura umana sono infinite e per alcune di esse sono anche la dimostrazioni della prova, che non si riesce mai a dimostrare fino in fondo, della discendenza animalesca dell’essere umano.
un ritmo serrato e documentaristico in questo racconto che fa intravvedere la tua indignazione profonda per l’accaduto che immagino non sia affatto frutto di fantasia.
ciao
anna
In questo racconto evince l’egoismo e la meschinità, che purtroppo è comune in tante storie che finiscono malamente, per Valerio non ci sono argomenti che possano giustificarlo, il suo comportamento è stato deplorevole ma forse se Raffaella fosse stata un pò meno dura, forse se non fosse stata accecata dal dolore dell’abbandono, il corso delle cose sarebbe stato diverso, questo è solo un mio pensiero, perchè non si può giudicare una situazione così delicata. Comunque sia, il figlio, in tutto questo, è stato l’unico che ha subito le conseguenze di questo grande egoismo. Cara Sandra, come al solito i tuoi racconti, danno spunto per riflessioni, grazie e brava come sempre. Ciao da Betta
Ancora una volta a pagare a caro prezzo le colpe di un padre sciagurato sono i figli: figli contesi o rinnegati come in questo caso, speriamo che il grande dolore che inevitabilmente prova Alessandro farà si che diventi un uomo migliore.
La storia è narrata ottimamente… però mi fanno tristezza un pò tutti i personaggi… primi su tutti il padre e la madre… lui tristissimo che passa da una convivenza all’altra senza curarsi di ciò che lo circonda, un EGOISTA PURO… lei con ste relazioni “volanti” fa un figlio… TRISTISSIMO…!
IL figlio naturalmente… vittima di questo scempio, i nonni POI mi fanno molto tenerezza… DEI GRANDI!!!
e non parliamo poi del padre biologico….!!!
…DIREI CHE CI SONO UOMINI CHE SARANNO PER SEMPRE BAMBINI, CONSERVANDO IL LORO EGOCENTRISMO INFANTILE A VITA… E POI CI SONO BAMBINI CHE PER COLPA DEI LORO GENITORI SARANNO COSTRETTI A DIVENTARE SUBITO UOMINI!!! …MAH!!!
Uno spaccato di vita realistico che conferma la moderna volubilità dei rapporti, non solo di coppia…
Giudicare da esterni sarebbe troppo facile, resta però la profonda amarezza per quella promessa infranta nei confronti di un figlio, che si trova a pagare lo scotto di una doppia assenza: quella del padre biologico e, ancora più pesante, del padre affettivo.
Da figlia di genitori separati (ma comunque presenti nella mia vita), mando un sincero augurio ad Alessandro che, ne sono sicura, saprà brillare di luce propria nella vita.
A Sandra un grazie per questo racconto.
Un sorriso
Katia
Ciao Sandra, purtroppo troppo spesso quando una coppia si separa a pagarne le conseguense sono proprio i bambini, credo che una coppia matura faccia il possibile per non traumatizzare i propri figli.
Complimenti per il racconto.
Alessandro é un ragazzo sereno e un bravo studente, grazie a tutti coloro che con affetto gli sono stati vicini. Questo risultato, a mio avviso, é da ritenersi un miracolo.
Ringrazio tutti per i commenti e la lettura.
Un caro saluto.
Sandra
mia dolce Sandra non entro nel merito.. solo un pensiero: difficile distinguere tra vittime e carnefici.. a volte penso che si dovrebbe avere solo una grande compassione per gli uomini..
Ciao
f.
X frank
Sono d’accordo con te: si, bisognerebbe avere una gran compassione per gli uomini é per questo infatti, che credo ai miracoli.
Grazie della lettura e benvenuto nel sito.
Sandra
Racconto bello, e purtroppo queste storie sono ripetitive anche se i figli sono legittimi, ma con questo non critico nessuno, anzi credo che la mente a volte ci gioca brutti scherzi, tanto da non far riconoscere l’unico e vero grande amore… i figli!